Ovada – Sono chiamati i “furbetti del cartellino” gli assenteisti nella Pubblica Amministrazione. Di casi in tutta Italia ne sono stati documentati diversi e anche la provincia di Alessandria non ha fatto eccezione.
Dovranno comparire davanti alla giudice Giulia Maccari, a febbraio 2020, diciannove dipendenti dell’Asl di Ovada, accusati di truffa ai danni del servizio sanitario.
Nessuno di loro ha, però, scelto riti alternativi pur di chiudere la vicenda giudiziaria. Preferiscono affrontare il processo ordinario perché sono certi di poter dimostrare che non si assentavano dal posto di lavoro per andare a fare spesa, andare in palestra o altro ancora ma per svolgere la loro prestazione sanitaria fuori dai presidi territoriali dell’Ovadese.
L’accusa controbatte che si sarebbe dovuto firmare il registro su cui vanno annotate le uscite di servizio ma, secondo la difesa, spesso i casi sono così critici e la richiesta di aiuto dei malati così urgente, che l’adempimento burocratico passa in secondo piano.
Un’inchiesta lunga, condotta dalla Guardia di Finanza dal 2014. Le telecamere piazzate nel locale dove si trova la timbratrice sembrano incastrare i dipendenti che timbrano il cartellino all’ingresso, ma poi si allontanano dagli uffici di via XXV Aprile. Sul registro delle uscite non vi sarebbe traccia delle missioni per servizio e dunque per l’accusa si tratta di assenze ingiustificate. In alcuni casi i dipendenti si allontanavano per un paio di ore, altre volte per periodi più lunghi.
Secondo la difesa si tratta invece di assenze determinate da motivi di servizio. La maggior parte degli imputati, infatti, effettua servizi infermieristici a domicilio e si allontana dagli uffici per seguire i pazienti affidati. Non vi sarebbe però, secondo la procura, la relativa annotazione sul registro.
Ad essere così mandati a giudizio dal gup Luisa Avanzino sono stati: Renata Badano, 63 anni, di Morsasco; Giacinto Barberis, 65, di Cassinelle; Angelo Barisione, 66, di Ovada; Maria Grazia Biollo, 65, di Ovada; Cesare Mauro Carlevaro, 61, di Ovada; Emanuela Cavazza, 62, di Novi; Carla Maria Fiori, 60, di Ovada; Domenica Fraone, 56, di Rocca Grimalda; Mauro Gastaldo, 53, di Molare; Nadia Marchelli, 49, di Ovada; Monica Montali, 54, di Silvano d’Orba; Antonio Pantisano, 63, di Ovada; Mauro Pastorino, 57, di Ovada; Enrica Repetto, 55, di Ovada; Alberto Santià, 61, di Cassinelle; Enrica Simonelli, 62, di Tagliolo; Massimo Surdi, 59, di Ovada; Danilo Vercellino, 53, di Cassinelle; Giovanna Grillo 50, di Ovada.
Sono difesi dagli avvocati Luca Amerio, Andrea Baravalle, Flavio Buzzi, Alexia Cellerino, Luciano Crocco, Alessandra Franco, Tino Goglino, Piero Monti, Paola Sultana, Paolo Strozzi, Andrea Vernazza.
Il processo inizierà il 20 febbraio 2020, davanti al giudice Giulia Maccari.
L’Asl si è costituita parte civile per ottenere un eventuale risarcimento del danno subìto.
Furbetti del cartellino all’asl di Ovada o in visita dai pazienti?
