di Piero Evaristo Giacobone – Scusate se insisto ma mi chiamo Evaristo e devo tornare sul problema perennemente irrisolto delle nostre ferrovie che “fanno acqua” da tutte le parti – e i pendolari lo sanno bene – mentre spendiamo una barca di soldi per una linea inutile come la Tav che non avrà nessun beneficio per noi, viaggiatori italiani, che usiamo il treno. Mi spiego: se devo andare in treno a Cuneo che dista circa 120 chilometri da Alessandria, passando da Asti ci metto due ore e devo cambiare almeno una volta. Non basta perché se devo andare a Milano in treno la musica non è molto diversa: per fare circa 90 chilometri impiego un’ora e mezza. Probabilmente ai tempi di Cavour si faceva prima. Non voglio infierire ricordando le splendide ed efficientissime ferrovie ai tempi di Buonanima.
E i nostri politici cosa fanno? E Salvini così sdolcinatamente vicino alla gente cosa fa? Vuole la Tav e il Terzo Valico che non servono a un tubo e che costano un sacco di soldi, fregandosene dei poveri pendolari che magari lo hanno anche votato. E sia chiaro che qui la logistica non c’entra un fico secco perché riguarda le merci e quindi è giusto potenziarla e organizzarla meglio anche perché le merci viaggiano soprattutto su ruota.
Cos’è la Tav?
(Da Wikipedia) La ferrovia Torino–Lione (o Nuova Linea Torino–Lione, abbreviato spesso con NLTL, impropriamente definita anche come TAV, da “treno ad alta velocità”) è una infrastruttura in progettazione, consistente in una linea ferroviaria internazionale di 235 km, rivolta al trasporto merci e passeggeri fra Torino (in Italia) e Lione (in Francia), che affiancherebbe la linea storica esistente fra le due città. Il progetto, nato negli anni novanta, dal 2005 è sviluppato come parte del programma di reti transeuropee TEN-T.
Tav e No-Tav
Detto questo veniamo alla presunta utilità della Tav, di cui si dibatte fino allo sfinimento.
Ormai lo sanno tutti: la Torino-Lione è inutile. Lo “ammette” anche Rfi, la società delle Ferrovie dello Stato cui compete la gestione della rete ferroviaria: l’attuale traforo internazionale del Fréjus, che già collega Italia e Francia lungo la ferrovia Torino-Modane che attraversa la valle di Susa, è in grado di accogliere anche maxi-convogli, persino i più ingombranti in circolazione in Europa. “La certezza – dichiara Tino Balduzzi, attivista No-Tav – viene da un documento di Rfi, scoperto durante una ricerca sui carri Modalohr”. Il documento “svela” l’esatta capacità del vecchio tunnel, recentemente “limato”, e dimostra che le limitazioni che impedivano di caricare su treno i camion standard, alti 4 metri, non ci sono più”.
Via libera, dunque, alla decantata “autostrada ferroviaria”: cade l’alibi secondo il quale sarebbe necessario un nuovo super-traforo.
In 44 centimetri cambia tutto
Si tratta di appena 44 centimetri di altezza, ma bastano a cambiare la classificazione della linea, ora perfettamente idonea al trasporto su rotaia dei mezzi stradali più pesanti: “La notizia sui media è passata in sordina o non è passata affatto, ma ora l’Afa, la società che effettua il servizio di “autostrada viaggiante” tra Orbassano ed Aiton, fornisce un servizio simile a quello disponibile nei tratti Novara-Sempione-Loetschberg-Freiburg e Trento-Brennero-Regensburg, fino ad ora sbandierato dai Sì-Tav come l’obiettivo da raggiungere”. Il risultato è frutto anche di un progresso tecnologico dovuto all’utilizzo dei recenti carri francesi Modalohr, che sfruttano meglio lo spazio in altezza guadagnando circa 16 centimetri rispetto ai carri utilizzati da svizzeri ed austriaci per effettuare lo stesso tipo di servizio. Un’ulteriore dimostrazione che investire in tecnologia paga, sicuramente di più che fare dei buchi nelle montagne.
La lobby degli autotrasportatori
La lobby degli autotrasportatori in Europa è fortissima, in grado di bloccare un continente con una serrata. “La Tav conviene a loro, alla lobby dei costruttori e a chi si occupa di movimento terra – continua Balduzzi – e preoccupa il fatto che importanti politici italiani favorevoli alla cosiddetta Tav siano in qualche modo legati alle lobby delle costruzioni. E preoccupa ancora di più il fatto che il deposito in cave di pianura di molti milioni di metri cubi di terra da scavo provenienti dai tunnel della Tav e del Terzo Valico rappresentino un’occasione d’oro per chi ha dei rifiuti da smaltire illegalmente”.
Tav o Tac? Mettiamoci d’accordo una buona volta
In tutta la vicenda esiste un errore di fondo: alta velocità per i passeggeri e alta capacità per le merci sono tecnicamente incompatibili. Troppa la differenza di velocità, troppa diversità nelle destinazioni, troppo pesanti i treni merci per linee costruite per i 300 chilometri orari. Inutile girarci attorno: tutto il protocollo Tav deriva dall’influenza delle grandi lobby economiche sulla politica, fino al paradosso della valle di Susa, dove per la Torino-Lione si cercano disperatamente di adattare al traffico merci i succulenti progetti nati per il trasporto passeggeri e non più giustificati dagli scarsissimi volumi del traffico merci Italia-Francia.
La nuova logistica vincerà sulle inutili e supercostose grandi opere
“L’Europa deve spostare i finanziamenti dal trasporto stradale a quello ferroviario – conclude Balduzzi – per fare opere intelligenti e non inutilmente devastanti come la Torino-Lione. In un’Europa dove quasi sempre le aziende distano troppi chilometri dal centro intermodale più vicino, le infrastrutture che servono non sono tunnel, ma strumenti e luoghi in grado di rendere più rapido e meno costoso il trasbordo delle merci tra strada a ferrovia”. Serve in sostanza una nuova logistica, moderna, veloce, a basso costo, come quella che sta proponendo Slala di Rossini. È questo il nuovo fronte del trasporto merci. In questo contesto dichiararsi Sì-Tav pretendendo di essere a favore del trasporto merci in ferrovia è solo più un atto di fede, buono solo per i politici meno informati. Salvini e Meloni compresi.
E io pago.