Milano (Ludovica Colli) – “Guidò un sovvertimento istituzionale da parte di un corpo dello Stato nei confronti di un altro. Non è una mia opinione personale, i giuristi lo chiamano colpo di Stato“. È il commento di Bobo Craxi, figlio di Bettino, l’ex premier socialista, sulla morte dell’ex capo del pool di Mani Pulite Francesco Saverio Borrelli che è morto ieri a 89 anni all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano dove era ricoverato da un paio di settimane. Per spiegare le proprie parole sul colpo di Stato, Craxi ha aggiunto che i magistrati guidati da Borrelli “svolsero un’azione politica che loro stessi consideravano rivoluzionaria e i presupposti rivoluzionari non hanno il problema di dover applicare i manuali”.
“Guidò un complotto da parte della magistratura contro la politica”
“Non vi è dubbio che fu un protagonista della storia del nostro Paese e che fu un rivoluzionario-revisionista. Rivoluzionario nel senso che contribuì a guidare un complotto di una parte dello Stato (la magistratura), contro un’altra parte dello Stato (la politica e i partiti politici). Contribuì a togliere quello che c’era per conservarne solo una parte e questo non si può chiamare in altro modo che colpo di Stato. Revisionista perché, in seguito alla stagione di Tangentopoli, ebbe parole di netto ripensamento sull’efficacia dell’azione di Mani Pulite – spiega il figlio dell’ex leader socialista -. Le nostre strade si sono incrociate anche in tribunale perché mi querelò e fui anche condannato. Per quella che è stata la mia conoscenza di lui, posso dire che mi è sembrato una persona sobria e molto garbata a cui va il mio cordoglio”.
Pillitteri: “Perdono il defunto”
Parce sepulto (dal latino, “perdono al defunto”, n.d.r.) è invece la prima espressione di Paolo Pillitteri, sindaco socialista di Milano condannato nell’inchiesta delle toghe rosse. “È un commento che dice molto – ha aggiunto – e non è liquidatorio né riassuntivo. È un pensiero di rispetto per i morti”. Secondo Pillitteri bisogna distinguere fra “il Borrelli prima e dopo” cioè fra prima di Mani pulite e quello dell’inchiesta “che lui ha guidato”, ma anche con il “Borrelli di qualche anno fa, che ha mostrato una forma di pentimento, di riflessione. Non mi sembrava entusiasta di quanto è successo dopo. Si sarà chiesto se ne è valsa la pena e forse si sarà detto no”.