Alessandria – Si era rifugiato in provincia di Savona, a casa del padre, il rapinatore che lo scorso 11 luglio aveva messo a segno un colpo all’ufficio postale di Via Verona. Lo hanno scoperto e arrestato 4 giorni dopo quella stessa rapina gli agenti della Questura di Alessandria, in virtù delle prove schiaccianti sulle quali sono state basate le indagini fino alla cattura.
Giuseppe Garofalo, quarantasettenne originario di Torino, si era presentato alle poste con un revolver in pugno e il volto coperto da una calzamaglia. “Vi sparo”, aveva urlato agli impiegati, e dopo aver tentato inutilmente di forzare le casse temporizzate dell’ufficio, si era dileguato con un magro bottino: 300 Euro, l’unico denaro disponibile in quel momento.
L’uomo, con problemi di tossicodipendenza, aveva provato a lasciarsi alle spalle un’esistenza travagliata e al limite. Era stato condannato ben 25 volte per rapina prima di aprire un negozio di frutta e verdura ad Alessandria, dove era riuscito anche a disintossicarsi. Un’attività finalmente “pulita”, col supporto della moglie, e tuttavia poco remunerativa, dal momento che il negozio non decollava. Erano infatti tornate le difficoltà economiche, poi la definitiva chiusura dell’attività, e con esse i vecchi fantasmi, tanto che Garofalo aveva di nuovo impugnato la pistola mettendo a segno un colpo che gli inquirenti sospettano non essere l’unico negli ultimi mesi.
La moglie, distrutta dal dolore, ha collaborato con le forze dell’ordine affinché la posizione del ricercato non si aggravasse ulteriormente. È stato anche grazie a lei, alle sue dichiarazioni circa quella giornata in cui il marito era rientrato a casa in un particolare stato di nervosismo, se i poliziotti sono riusciti a chiudere definitivamente il cerchio e ad identificare in Giuseppe Garofalo il sicuro responsabile dei fatti.
L’uomo, una volta convalidato l’arresto, è stato rinchiuso nel carcere di Alessandria. Come già in passato, dovrà rispondere di rapina a mano armata.
Preso l’autore della rapina all’ufficio postale di via Verona dello scorso 11 luglio
