di Sonia Oliva – In quattro giorni, la Compagnia dei Carabinieri di Casale Monferrato ha eseguito due ordini di ordinanza di custodia cautelare in carcere. Due arresti che, molto probabilmente, hanno evitato altri due femminicidi. Interventi tempestivi resi possibili dalle modifiche apportate alla legge 19 luglio 2019 n. 69, denominata “Codice Rosso e del revenge porn” entrata in vigore il 9 agosto. Tra le novità in ambito procedurale, è previsto uno sprint per l’avvio del procedimento penale per alcuni reati: tra gli altri maltrattamenti in famiglia, stalking, violenza sessuale, con l’effetto che saranno adottati più celermente eventuali provvedimenti di protezione delle vittime. “Queste modifiche garantiscono maggiore tutela alle vittime di violenza sessuale, atti persecutori, maltrattamenti, diffusione non autorizzata di immagini sessualmente compromettenti e deformazioni dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso. Non solo – prosegue il Comandante dei carabinieri di Casale Monferrato, Christian Tapparo -, con l’entrata in vigore del Codice Rosso, le forze dell’ordine devono dare il via immediato alle indagini e la vittima deve essere sentita dal Pubblico Ministero entro 3 giorni dal momento della denuncia”.I risultati del Codice Rosso non si sono fatti attendere. Conclusi gli accertamenti in seguito alla denuncia di una 36enne di origine moldava, di professione infermiera e residente a Ozzano Monferrato, i carabinieri hanno arrestato il marito. Rumeno, 37 anni, disoccupato ma dedito all’alcol, al gioco e con precedenti di polizia perché picchiava la consorte dal 2015. Al momento dell’arresto l’uomo era ricoverato nel Reparto Psichiatrico dell’Ospedale di Casale Monferrato.
Caso simile con finale identico anche a Cuccaro. Insulti, minacce, pedinamenti e una lunga serie di atti persecutori ripetuti nel tempo, hanno spinto una donna di 37 anni di Valmacca, in provincia di Alessandria, a recarsi in caserma per denunciare l’uomo che le stava rovinando la vita e che non voleva accettare la fine della loro relazione. Oltre a perseguitare e offendere da settimane la donna che diceva di amare, Nicola Pacella (nella foto a lato), pregiudicato residente a Torre Beretti e Castellaro (PV) ma domiciliato a Cuccaro, ha inviato agli amici di lei e pubblicato sui social, foto e filmati della loro vita intima. Un’azione che ha contribuito ad aggravare notevolmente la sua posizione. Le indagini sono scattate immediatamente e poco prima della mezzanotte di ieri (giovedì 5 settembre), due pattuglie di Ticineto si sono messe sulle tracce dello stalker che hanno rintracciato e arrestato in Piazza dell’Ulivo a Cuccaro, dove il quarantacinquenne risulta domiciliato. L’ordine di carcerazione è stato emesso dal GIP del Tribunale di Vercelli.
Come sempre, anche Codice Rosso e Revenge Porn non sono esenti da polemiche tant’è che l’ondata ha travolto anche la Procura di Milano. Il Procuratore capo, Francesco Greco, ha evidenziato le criticità della nuova legge sottolineando che “nessuno vuole contestare le nuove modalità d’azione” ma come conferma anche il Comandante Tapparo, ogni giorno ci sono 30 denunce o segnalazioni in procura. Una situazione che non facilita l’estrapolazione dei casi più gravi.
In più nel codice penale, la legge in questione inserisce ben 4 nuovi reati:
– Il delitto di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate, punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5mila a 15mila euro: la pena si applica anche a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video, li diffonde a sua volta per provocare un danno agli interessati. La condotta può essere commessa da chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, diffonde, senza il consenso delle persone interessate, immagini o video sessualmente espliciti, destinati a rimanere privati. La fattispecie è aggravata se i fatti sono commessi nell’ambito di una relazione affettiva, anche cessata, ovvero mediante l’impiego di strumenti informatici.
– Il reato di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, sanzionato con la reclusione da otto a 14 anni. Quando, per effetto del delitto in questione, si provoca la morte della vittima, la pena è l’ergastolo;
– Il reato di costrizione o induzione al matrimonio, punito con la reclusione da uno a cinque anni. La fattispecie è aggravata quando il reato è commesso a danno di minori e si procede anche quando il fatto è commesso all’estero da o in danno di un cittadino italiano o di uno straniero residente in Italia;
– Violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, sanzionato con la detenzione da sei mesi a tre anni.
Per “Codice rosso” e “Revenge porn” siamo già in affanno
