di Renzo Riva
Noi del C.I.R.N. che le conosciamo bene le abbiamo definite un cancro dalle molte metastasi da estirpare al più presto. Come tutti gli interventi invasivi non sarà indolore, anche se intervenire il prima possibile servirebbe a circoscrivere e delimitare il danno. Molti, privati cittadini ed amministratori pubblici, non le conoscono e si sentono gratificati dalla prospettiva inculcata dai talebani dell’ecoambientalismo di potere salvare il mondo dal pericolo dell’elettrogenerazione nucleare, magari guadagnandoci su anche qualcosina grazie ai generosissimi incentivi, che ci costeranno l’astronomica cifra cento miliardi di euro in vent’anni. Servissero almeno a qualcosa. Personalmente seguo il popolo del web, attentissimo alle sue dinamiche e spesso trovo alcuni casi notevoli particolarmente significativi. In questa nota trattiamo quelli degli “investitori” privati. Uno di questi che si firma con nome e cognome e fa riferimento a http://fotovoltaico-initalia.blogspot.com/ dove ha trovato altri compagni di sventura, narra le sue vicissitudini di cittadino attratto in parte da un impegno etico planetario, in parte dalla prospettiva di coniugare le sue pulsioni ideali con un tangibile incentivo di un reddito assicurato ai risparmi di una vita. Su un impianto fotovoltaico domestico, come da lui stesso apprendiamo alla pagina web http://carnia.la/2011/05/06/le-amare-considerazioni-di-un-%E2%80%9Cpioniere%E2%80%9D-del-fotovoltaico/ oppure http://www.frontefriulano.org/posta_messaggio.asp?ID_MESSAGGIO=350, ha investito i soldi del suo trattamento di fine rapporto. Un investimento che si è rilevato, come egli stesso puntualmente narra, in perdita. Hanno influito in parte i guasti, non messi in conto per delicatissimi dispositivi elettronici, spacciati come miracolosamente indistruttibili per decenni, in parte il variare del sistema di incentivazione, garantito si per vent’anni, ma con la clausola, non letta con la dovuta attenzione o più semplicemente non letta, di periodici adeguamenti in funzione di vari parametri, tra cui l’evoluzione del mercato, etc. Altrettanto sembra essersi verificato nei grandi impianti da altra fonte da intemperie per grandi investitori. Sull’orlo di una grave crisi che, secondo quanto affermato al recente Meeting di Rimini da Simone Togni, Presidente dell’ANEV – l’Associazione nazionale dei produttori di energia dal vento – anche l’intero settore dell’eolico rischia di venire letteralmente cancellato, insieme ai suoi virtuali posti di lavoro in stile forestali della Calabria, dal ridimensionamento degli incentivi nazionali, sinora tra i più generosi al mondo. Ci fermiamo qui. Abbiamo già scritto molto in passato al riguardo. Richiamiamo semmai ad una ricerca specifica nel nostro archivio storico. Una prossima nota sarà invece dedicata alle disavventure tecniche ed economiche di un comune friulano, che nel fotovoltaico ha impegnato i bilanci di più consiliature, nella speranza che queste testimonianze contribuiscano a fare prendere coscienza della realtà di queste “non soluzioni” a privati ed amministratori pubblici che continuano ad illudersi che esse siano la panacea taumaturgica per l’intera questione energetica.
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