Una sessantina di precari della Provincia lancia l’SOS: se voi vi tassate per un fondo di solidarietà noi salviamo i nostri posti. Filippi prende tempo. La situazione è molto grave.
Alessandria – Sono una sessantina i precari della Provincia che rischiano seriamente di essere lasciati a casa, ma sono altrettanti i quadri e i dirigenti dipendenti della stessa Provincia che percepiscono stipendi dieci volte superiori ai loro che, se si tassassero per un decimo, salverebbero stipendi e lavoro dei precari stessi. Semplice matematica. Coloro che si firmano “I Precari della Provincia” hanno diramato un comunicato stampa che noi di Alessandria Oggi abbiamo subito pubblicato (vedi sotto nella sezione Comunicati Stampa) dove lanciano u grido di allarme in quanto temono di non veder rinnovati i loro contratti in scadenza il 30 dicembre. Sono preoccupati anche per il fatto che alcuni contratti potrebbero essere risolti in via anticipata il 30 settembre. “I precari della Provincia di Alessandria – si legge nel comunicato – vivono queste ultime settimane con forte preoccupazione a causa del Decreto Legge cosiddetto “Spending Review” che, se verrà convertito in Legge senza modifiche, inciderà pesantemente sul bilancio dell’Ente per cui lavoriamo e a circa 60 lavoratori precari non verranno rinnovati i contratti in scadenza il 31 Dicembre 2012. Oltre a ciò che leggiamo sui giornali locali e sulle notizie più informali apparse sui social network che creano notevole fibrillazione per il nostro incerto futuro – si legge ancora -, si è diffusa la voce che i contratti sottoscritti a Luglio potrebbero essere risolti in via anticipata il 30 Settembre”. Il presidente Paolo Filippi deve scegliere: da una parte la spesa della Provincia per pagare stipendi da nababbi ad una sessantina fra dirigenti e quadri (senza contare gli assessori) e, dall’altra, tutelare il lavoro dei più deboli. La coperta è troppo corta e questa Giunta Provinciale, che a parole si schiera con chi guadagna 1200 euro al mese, nei fatti si arrocca nelle sue posizioni privilegiate con dirigenti e assessori da 150.000 euro all’anno di stipendio. E sono tutti, o quasi, del PD, alla faccia della solidarietà. Filippi cerca di prendere tempo ben consapevole che la pentola sta per saltare. Non entra nel merito della questione ma ribadisce che cercherà in tutti i modi di evitare il sacrificio del personale sia diretto che indiretto. Però la situazione della finanza provinciale è davvero complicata da far quadrare per cui sarà una scelta obbligata rinunciare subito a tutta una serie di servizi. I precari mettono il dito nella piaga e chiedono un fondo di solidarietà sottoscritto da chi guadagna dieci volte tanto uno di loro e cioè quadri, dirigenti e assessori di giunta. Questa truppa gaudente si porta a casa circa 7 milioni di euro al’anno di emolumenti. Niente male, non c’è che dire, e non sarebbe una brutta cosa fare il bel gesto e devolvere anche il venti per cento a favore di chi non ha niente. Sarebbe una bella cosa, ma praticamente irrealizzabile per Filippi. L’incontro odierno con le RSU è stato, manco a dirlo, inconcludente, pieno di promesse e rassicurazioni, ma stavolta non c’è più tempo, bisogna decidere perché si avvicina la data del voto di riequilibrio del bilancio previsto per venerdì 28 settembre prossimo, col rischio incombente del disavanzo e del mancato rispetto del patto di stabilità in conseguenza del secondo decreto sulla spending review in fase di conversione di legge. Insomma è una situazione molto complicata e lo “scarica barile” pare non servire più. Per questo motivo Filippi, l’assessore provinciale alle Finanze, Gianfranco Comaschi e il direttore generale, Gianni Mogni, sono già al lavoro.
Leave a Reply
Devi essere connesso per inviare un commento.