di Cichinisio
Alessandria – Il lunedì lavorativo, per gli addetti ai lavori del calcio, non è mai tranquillo: è il giorno degli esoneri, dei processi e degli allenamenti per chi ha giocato il sabato. Quello che è successo lunedì scorso però, a margine degli allenamenti della prima squadra e della formazione Berretti dei Grigi (entrambe sconfitte il sabato precedente) la dice lunga sui rapporti fra responsabili dei vari settori della società calcistica grigia. Il fattaccio è avvenuto all’interno dello spogliatoio della squadra giovanile, presenti l’allenatore Manueli ed i suoi ragazzi da una parte, e Cusatis, allenatore dei Grigi prima squadra, dall’altra. Cusatis infatti, forte del fatto di aver allenato molti anni formazioni giovanili in Lombardia, dopo aver attirato l’attenzione dell’intera truppa Berretti, ha improvvisato un cazziatone con i fiocchi a tutti i presenti, accusandoli, fra l’altro, di non onorare al meglio la maglia che indossano, di scarsa applicazione e poca propensione al lavoro e al sacrificio. Manueli, l’allenatore dei malcapitati campioncini del domani, ha ascoltato impassibile la predica del suo collega senza replicare, forse perché sperava in cuor suo che la sfuriata di Cusatis fosse stata concordata con i responsabili direttivi del Settore Giovanile mandrogno. Quando però si è accorto che non era così bensì si era trattata di un’iniziativa estemporanea del focoso mister dell’hinterland milanese, ne è nato un caso diplomatico che ha coinvolto lo stato maggiore della Società e quello, non meno agguerrito e con tanto spirito di indipendenza, del Settore Giovanile. Risultato: sono volati gli stracci con il classico “tutti contro tutti” degno di una società amatoriale. Naturalmente le notizie dell’incidente sono filtrate, come al solito, all’esterno attraverso i canali più disparati e, al momento, non si ha notizia di eventuali ricomposizioni della diatriba. Come ogni tanto succede in casa grigia però, quando ci sono simili invasioni di campo le cose devono velocemente essere ricondotte alla normalità sennò si instaura la inveterata abitudine secondo la quale chi non è capace di fare il suo spiega agli altri come fare il loro, con l’ovvio risultato che nessuno risponde più di quello che fa ma tutti rispondono a nessuno di quello che non fanno.
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