GIOVANNI REPETTI INSIEME AI SUOI SI È RECATO IN COMUNE DICENDO DI AVERE I MESI CONTATI PER UN CANCRO. IN SEGUITO LA TAC DECRETAVA CHE ERA SANO COME UN PESCE. ANCHE A NOVI ACCADONO I MIRACOLI COME A LOURDES? LEGGI LA PUNTATA PRECEDENTE: http://www.alessandriaoggi.it/primo-piano/5222-giovanni-repetti-deve-rispondere-per-aver-aumentato-la-volumetria-del-palazzo-simaf.html
I MISTERI DEL PALAZZO DEL PANETTO (seconda parte).
di Franco Traverso
Novi Ligure (AL) – Sulla vicenda del palazzo costruito dalla Simaf, la società di costruzioni edili che fa capo a Giovanni Repetti alias Panetto, il padre dell’onorevole Pdl Manuela Repetti candidata alla Camera, man mano che proseguiamo nell’inchiesta scopriamo aspetti inediti come quello inerente la presunta grave malattia del costruttore novese, “suocero” dell’ex ministro Sandro Bondi compagno di vita di sua figlia Manuela. Siamo nell’aprile del 2007 e la pratica inerente i permessi per iniziare i lavori si era arenata. Una bella mattina Giovanni Repetti, accompagnato dal geometra Dario Ubaldeschi (da sempre suo collaboratore e padre dell’attuale vicedirettore de La Stampa Luca Ubaldeschi), dall’ingegner Dellacasa, dall’ingegner Morettini (pluricandidato per la Lega Nord) e dalla figlia Manuela che allora non era ancora onorevole Pdl, si presentava all’Ufiicio Urbanistica con fare triste e disperato, cosi come tristi e disperati erano gli accompagnatori, dicendo che avrebbe dovuto cominciare i lavori di costruzione del palazzo in area Z3. Di certo non avrebbe voluto costruirlo subito, ma ora lo doveva costruire per forza a causa di un gravissimo problema alla salute. Annunciava di avere un cancro, uno dei peggiori, e che, siccome gli restava poco da vivere, doveva sistemare tutte le sue cose per poter dividere l’eredità tra i molti eredi sparsi per il mondo. Gli accompagnatori si mostravano costernati, la figlia Manuela tratteneva a stento le lacrime. Bisognava far presto per risolvere tutte le questioni e quindi dovevano iniziare per forza i lavori. La notizia si spargeva in tutto il Comune. Anche il freddo ed imperturbabile sindaco “sovietico” Lorenzo Robbiano appariva scosso, così come l’assessore ai lavori pubblici e i vari dirigenti e funzionari. Naturalmente, di fronte ad una simile emergenza, si sono mobilitati in massa per procurare i permessi che il Panetto ha ottenuto in brevissimo tempo. Una volta espletate le pratiche ed in possesso di ciò che serviva, Giovanni Repetti si sottoponeva a Tac e si veniva a sapere che non aveva un bel niente. Ma intanto i permessi li aveva. (continua).
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