DUE DELLE 22 CUOCHE DI COSTRUIRE INSIEME LICENZIATE DALLA GIUNTA ALESSANDRINA DECIDONO LA FORMA DI PROTESTA ESTREMA E INIZIANO DA OGGI LO SCIOPERO DELLA FAME
Alessandria – Da una settimana sono in lotta per difendere il posto di lavoro che questi amministratori della giunta di centrosinistra avevano loro assicurato con l’istituzione della partecipata Costruire Insieme che è diventata una scatola vuota coi dipendenti tornati in parte alle dipendenze dirette del Comune e in parte lasciati a casa. Ed è proprio di questi ultimi, una ventina di cuoche, che stiamo trattando in questo scorcio di fine estate. Don Ivo Piccinini le sta ospitando nella sua chiesa: “Noi siamo con gli ultimi come dice Papa Francesco”. Ed è in chiesa che queste donne, madri di famiglia, da un giorno all’altro buttate in mezzo a una strada, stanno lottando con tutte le forze, abbandonate dalle istituzioni e dai sindacati confederali che, anzi, le contestano come è successo martedì pomeriggio al termine del consiglio comunale. Le cuoche, una decina, asserragliate in chiesa, non mollano, vogliono vendere cara la pelle. Nella parrocchia di San Michele sono una decina, da una settimana si sono accampate fra le colonne del tempio ma non solo per pregare, perché vogliono dare evidenza alla loro protesta in quanto non è più stato rinnovato loro il contratto scaduto il 9 luglio. Stamane due di loro, le dirigenti sindacali USB Silvia Indelicato e Valeria Cipolla, hanno iniziato lo sciopero della fame, mentre continua il sit-in. In un comunicato dell’USB, unico sindacato rimasto a loro fianco, si legge: “Questa scelta disperata è per lanciare l’ennesimo grido di aiuto, senza lavoro non si potrà vivere. Il sussidio della disoccupazione, per chi è mono reddito come tante di loro, non basterà a soddisfare le esigenze primarie”. La sindaca Rossa purtroppo ha dimostrato di saper solo blaterare, di promettere e non mantenere, e di mentire. I sindacati comfederali fanno finta di litigare con lei ma poi ci vanno sempre a braccetto e manifestano contro le cuoche aderenti a Usb. “Questa amministrazione non può continuare a restare inerte davanti a questo scenario di disperazione – si legge ancora nel comunicato di Usb – dove tanta gente che è rimasta senza un lavoro sprofonderà nella povertà senza avere nessuna possibilità di far fronte a una esistenza dignitosa”. Ad Alessandria, alla fine, siamo al dramma. Noi di Alessandria Oggi purtroppo l’avevamo previsto molto tempo fa, ma non siamo stati ascoltati. Ora rimediare è molto difficile e lo è ancor di più se la prefetta non si decide a chiamare subito un commissario che “fermi l’emorragia”, emorragia di posti di lavoro, emorragia di sprechi, emorragia di propaganda che non serve a nessuno, neppure a chi la fa.
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