Siamo nel 1793 e in Francia si sta consumando la Rivoluzione Francese che ha visto salire sul patibolo molti aristocratici francesi, ma anche parenti di questi che francesi non erano. Il 17 ottobre sta per essere ghigliottinato un nobile autriaco, appartenente alla casata degli Asburgo Lorena, la stessa della regina di Francia Maria Antonietta che era stata ghigliottinata il giorno prima. Quel giorno la ghigliottina non funziona e già due esecuzioni sono state annullate con la conseguente grazia dei condannati. Infatti la consuetudine prevedeva salva la vita nel caso che la ghigliottina si fosse inceppata. Ad un certo punto sale sul patibolo il cugino di Maria Antonietta che è fra l’altro un apprezzato ingegnere meccanico famoso per lo scrupolo – spinto fino all’autolesionismo – nella sua professione, tipico delle popolazioni di tradizione germanica. Chiede di essere messo a testa in su. Lo accontentano e lui posa il capo sulla base fissando attentamente il meccanismo posto in alto. Quando il boia aziona il blocco per liberare la lama il meccanismo si inceppa di nuovo. Allora tutti, per la nota consuetudine, si avvicinano al nobile austriaco per liberarlo, ma lui punta i piedi e resta coricato e, dopo avere spiegato qualcosa al boia, urla compiaciuto: “Afere trofato gvasto! Riprofa ya!”.
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