Alessandria – Mentre i catanesi di Dusty si apprestano a mettere le mani su Amiu, spolpata e fatta fallire da questa Giunta di sinistra, l’argomento che tiene banco è sempre quello della multiutility che dovrebbe accorpare le partecipate Amag (gas e acqua), Amiu (nettezza urbana – fallita) e Aral (smaltimento rifiuti). Si tratta di una maxipartecipata con oltre 500 dipendenti ed un costo del personale che sfìiora i 20 milioni all’anno. Un carrozzone ingestibile anche perché metterebbe insieme realtà completamente diverse ed inconciliabili fra loro. A questo proposito, come fa sapere il presidente di Aral Fulvio Cellerino, la normativa obbliga le società in house providing a lavorare per l’80% con i Comuni consorziati mentre Aral (la partecipata dello smaltimento) lavora per i Comuni consorziati per circa il 55% e per il restante 45% per altri soggetti, anche aziende private. Il rischio è che Aral sia commissariata. Ha tempo, per legge, fino al 30 giugno per adeguarsi, altrimenti dovrà intervenire il Prefetto. Di ciò questi mirabili amministratori guidati da quel fenomeno di Mago Zac si sono accorti solo ora, mentre noi di Alessandria Oggi, che siamo dei semplici cronisti, che Aral debba essere ceduta tramite gara d’asta lo scriviamo da almeno due anni. Ma c’è qualcuno che dice, e qualcun altro che scrive (sempre i soliti pennivendoli ignoranti), che mettendo Aral nel carrozzone Amag-Amiu-Aral si risolverebbe il problema. Naturalmente è vero l’esatto contrario perché nel momento in cui Aral supera la quota consentita ad una partecipata in house per la fornitura di servizi a soggetti non facenti parte del consorzio (20%), opera sul mercato, ma essendo la Multiutility una partecipata in house, quindi non operante sul mercato, non può assorbire Aral che sarebbe un corpo estraneo. È come mettere la Nutella nel ragù e poi condire gli agnolotti di brasato.
ANCORA TROPPA CONFUSIONE NELLE STANZE DI PALAZZO ROSSO

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