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LA PROVINCIA E’ MORTA? VIVA LA PROVINCIA!

23 Giugno 2014 admin_AG PRIMO PIANO 59

LA PROVINCIA E’ MORTA? VIVA LA PROVINCIA!

Alessandria – Non c’è niente da fare, i nostri politici sono talmente attaccati alla poltrona che per toglierli bisogna sparargli in mezzo agli occhi. Il Governo di Renzi-Fonzie abroga le province e qui ad Alessandria i mandrogni, di provincia, trovano subito il modo di farsene una loro e occupano Palazzo Ghilini. Dopo la deliberazione del Consiglio Provinciale n. 8/34888 del 14.04.2014, con la quale è stato deciso (tutti favorevoli) di resuscitare l’ente dopo la sua abrogazione, abbiamo finalmente la Consulta Permanente. Bisogna riconoscerlo, i nostri politici hanno una fantasia sconfinata, invidiabile. La provincia è morta? W la provincia! Così il presidente Filippi, insieme ai suoi colonnelli, Comaschi in testa (quello che è stato incompatibile ma nessuno, tranne noi di Alessandria Oggi, se n’è mai accorto) sono corsi ai ripari per non perdere il cadreghino e si sono messi al lavoro, non per amministrare il territorio che è ancora di loro competenza, ma per ridare vita ad un cadavere magicamente resuscitato come L’Araba Fenice. Secondo il regolamento approvato dal Consiglio Provinciale due mesi fa il nuovo ente sarà composto in gran parte dall’ultimo consiglio provinciale con tanto di Giunta e Presidente della stessa. Insomma l’esatta fotocopia dell’attuale Amministrazione Provinciale. L’unica differenza è che, a quanto si legge (ma si può facilmente prevedere che alla prima riunione decidano di darsi lo stipendio) per ora la carica è ricoperta a titolo gratuito. In caso contrario quel povero cristo di presidente della nuova provincia dovrà sopportarsi questo piccolo carrozzone e dovrà mantenerlo naturalmente coi soldi dei cittadini. La durata del nuovo ente è illimitata e la sede è, ça va sans dire, Palazzo Ghilini. Le finalità? Ma sono le stesse dell’attuale Provincia che va a morire. Alla Consulta possono aderire tutti coloro cha hanno fatto parte del Consiglio Provinciale o che abbiano svolto attività di Amministratore della Provincia di Alessandria insieme a Consiglieri ed Assessori in carica. Inoltre il nuovo Ente potrà godere in comodato dell’intero Palazzo Ghilini per lo svolgimento dell’attività necessaria al perseguimento dei suoi fini, beneficiando di contributi, elargizioni e donazioni, e del ricavo delle attività sociali. Per cui si tratta di un Ente finanziato da chi ha più soldi da investire, un Ente che non potrà quindi rappresentare la gente. Insomma siamo tornati al medioevo dove chi ha poco avrà sempre meno e non conterà niente, e chi ha molto avrà sempre di più e deterrà il potere assoluto. Naturalmente la Consulta (alias Nuova Amministrazione Provinciale) sarà composta da un’Assemblea (Consiglio Provinciale), un Consiglio Direttivo (la Giunta) un Presidente e un Tesoriere. Tutti gli organi, ad eccezione dell’Assemblea che è permanente, durano in carica cinque anni, decadono allo scadere della tornata amministrativa e sono rieleggibili. La frase gattopardesca: “Cambiare tutto perché nulla cambi” è  quanto mai pertinente e rafforza la sensazione che i nostri politici, se non fanno politica, rischiano di finire sotto i ponti perché non sanno neppure fare la O col bicchiere, per questo sono attaccati in modo spasmodico al cadreghino. Stamane si sono riuniti per darsi le cariche. C’è qualche new entry. Ma vediamo chi sono i nuovi membri della Giunta fai-da-te. Paolo Filippi resta presidente e Giovanni Barosini resta presidente del Consiglio. Poi abbiamo Comaschi “L’incompatibile” che resta al bilancio, Lino Rava ad agricoltura e beni ambientali, Carlo Massa alla protezione civile, Vincenzo Demarte, già consigliere provinciale e responsabile politico dell’Italia dei Valori per Alessandria, si occuperà di turismo. Graziano Moro, trombato alle ultime regionali, tornerà ai lavori pubblici e a Cristina Mazzoni sarà presto trovata una collocazione. Gianni Mogni resterà direttore generale. I due nuovi: Dario Gemma cui potrebbe andare la delega al lavoro e il sindaco di Occimiano Ernesto Berra al quale troveranno presto qualcosa da fargli fare. Questa è l’Italia, questa è Alessandria.

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