Alessandria (Max Corradi) – Alla fine non ce l’hanno fatta. Questi fenomeni di reggitori del Comune di Alessandria non hanno fatto in tempo a indire la gara per la vendita delle reti gas neppure stavolta. E siccome per mettere in piedi un bando ci vogliono mediamente almeno sei mesi (redazione, pubblicazione, accoglimento delle offerte, svolgimento gara), vuol dire che, se va bene, è da gennaio 2014 che dormono. Anzi, peggio, perché il termine ultimo avrebbe dovuto essere il 31 dicembre 2013, per cui è da giugno 2013 che questi qua non fanno niente. Avranno imparato da Mago Zac che nel 2010 si è dimenticato di chiedere la compensazione verticale che avrebbe scongiurato lo sforamento del patto di stabilità. Avranno seguito l’esempio di Puleio che ha voluto una partecipata, Costruire Insieme, illegittima, inutile, disastrosa dal punto di vista occupazionale, che ora perfino la sindaca Rita Rossa ammette essere stata un flop. Meglio tardi che mai, ma se è sempre tardi non si arriva mai. Quando si farà la gara delle reti? Boh, chissà, non si sa, può darsi che, forse, speriamo, si vedrà… Di sicuro c’è che il pallino è passato al governo e sarà di nuovo Delirio a decretare un’altra proroga, anche perché quello di Alessandria non sembra essere l’unico Comune in ritardo. Ma ciò non giustifica niente e nessuno. Anche perché questa gara era praticamente pronta già nel 2011 in quanto l’avevano predisposta Repetto e Vandone e c’era solo da indirla. Il problema resta quello della quotazione delle reti (lasciamo perdere quella de La Stampa, che cicca la citazione di Fabbio che aveva detto bene, e fa una valutazione tra i 70.000 e i 25.000 euro! – vedi sopra) che in tre anni è crollata di circa il 60%. Infatti il valore residuo degli impianti (VIR) nel 2011 era di 70 milioni di euro, mentre nel 2014 sarebbe tra i 25 e i 40 milioni. Ciò è dovuto anche al fatto che Governo Letta con una nuova legge, forse pretesa dalle grandi compagnie del gas che vogliono spendere sempre il meno possibile anche per comprare partecipate in giro per l’Italia, ha cambiato il computo della valutazione togliendo gli ammortamenti, in modo tale che, essendo recenti gli impianti alessandrini, la loro quotazione è crollata di colpo. Ed è chiaro che se i nostri amministratori pubblici avessero proceduto per tempo avrebbero incassato dei bei soldi perché avrebbero fatto la gara prima della legge del Governo Letta, e invece ci hanno dormito sopra come al solito e hanno sbracato. Altri ritardi hanno determinato un ulteriore abbassamento delle valutazioni per il permanere della crisi che, anzi, si è aggravata, e siamo ad una possibile valutazione di circa 25 milioni di euro (non 25.000 come scrive il foglio della Fiat). No comment.
AMAG: DELRIO, PENSACI TU!

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