dal Mocca di Alessandria – L’Alessandria 2014-2015 prende corpo, e che corpo! Rispetto a quella costruita l’anno scorso da quell’incompetente (almeno si spera, perché se così non fosse sarebbe peggio) di Svicolone Menegatti. Ora Magalini, il nuovo DS, l’ha rivoltata come un calzino. Da sei mesi sottolineo come fossero necessari otto titolari da innestare su quel che rimane dell’organico e vedrete, alla fine, otto saranno. Adesso diventa strategica la punta, poi un portiere e, per i miei gusti, un potente esterno destro, meglio se under, e un’altra punta. Nel contempo punterei pure su una bella stagione di Rantier dopo la prima non esaltante in riva al Tanaro, perché penso che l’attaccante francese sia più a suo agio in una categoria più tecnica come quella che andremo ad affrontare rispetto alla vecchia C2 e, se D’Angelo riuscirà a trovare equilibri tali da consentire a questo collettivo di attaccare l’avversario oltre la linea di metà campo, Julien potrebbe diventare letale con le sue brucianti accelerazioni e i tagli senza palla. Vorrei far notare inoltre che esistono grandi differenze tra i contratti pluriennali stipulati la passata stagione e quelli voluti da Magalini. Per i primi infatti sono stati individuati giocatori che difficilmente possono reggere da protagonisti la C unica, mentre questi sì, almeno teoricamente. Se cio è vero si arriva ad una sorprendente conclusione, e cioè quella per cui Menegatti avrebbe fatto una buona campagna acquisti l’anno passato solo se fosse rimasta la categoria C2 (cosa impossibile) oppure se si fosse retrocessi. Per il momento il nuovo DS ha fatto le operazioni tutto sommato più semplici (quelle in entrata), adesso invece gli tocca quelle, sotto certi punti di vista, più rognose come quella di cedere i giocatori ingaggiati sbadatamente dal suo predecessore. Una cosa è certa: il nuovo progetto a firma Di Masi-Magalini ha smentito clamorosamente le convinzioni di certa stampa mandrogna la quale, supportata da una parte del tifo, per anni ci ha spiegato quanto tal giocatore fosse bravo ed indispensabile e quanto invece tal altro fosse modesto. Ma se la cosa è comprensibile quando si tratta dei tifosi, i quali hanno spesso metri di giudizio condizionati da aspetti che con la tecnica c’entrano poco, non è accettabile invece da giornalisti pagati per esercitare critica sportiva. Gentaglia che oltretutto mette in piedi autentiche campagne-stampa a favore della riconferma di questo o di quello, quasi avessero interessi inconfessabili al punto da tentare di forzare la mano ad una società diversamente orientata.
Vorrei pure ricordare con quanto entusiasmo (?) l’anno scorso di questi tempi è stata accolta la conferma di Mora e con quanto sospetto è stato valutato l’arrivo di Marconi, arrivo tra l’altro imposto dall’infortunio dell’unica prima punta titolare prevista in organico. Inutile dire che Mora si è rivelato il miglior giocatore della stagione passata e che Marconi è ridiventato calciatore a tutti gli effetti proprio qui. E non mi pare che i giornalisti soliti noti abbiano mai sottolineato in tutta la stagione passata il deficit di chili, forza fisica e muscoli della nostra squadra, autentico tallone d’Achille del collettivo consegnato prima a Notaristefano e poi riassegnato a D’Angelo. E neppure nella seconda finestra di mercato, a Gennaio, Tintoretto Menegatti ha provato a puntellare la squadra ingaggiando elementi in grado, per caratteristiche fisiche e tecniche, di migliorare la situazione. Se adesso poi qualcuno spera che il nostro scienziato porti con sé a Forlì quei giocatori che a casa nostra lui e i suoi epigoni hanno dipinto come autentici miracoli del mercato, andrà sicuramente deluso e un giorno vi dirò perchè. Diverso invece l’approccio e le priorità di Magalini: giocatori fisicamente dotati, adatti ad un campionato dove senza corsa, volume fisico e potenza atletica rischi di veder sgommare gli avversari, perdere sistematicamente contrasti e seconde palle e, come l’anno che fu, regalare agli altri le palle alte in mezzo al campo. Quanto invece al settore giovanile mi pare che non sia stata messa in luce da parte dei media l’importanza dell’ingaggio dell’ex allenatore della Juve Primavera Zanchetta. A prescindere dalla qualità del lavoro che il nuovo Mister della Berretti sarà in grado di garantire, una scelta di tal profilo nobilita tutta l’operazione “settore giovanile” e, davanti all’ambiente del calcio, proietta questa Società su un altro pianeta. Passi per Zanchetta (perché quando si parlava di giovani calciatori in conferenza stampa Pe(n)na Cadente si godeva, evidentemente, il giusto riposino postprandiale) ma non è accettabile che il nostro pennuto Grande Capo continui a ripetere che Terigi, neo acquisto Grigio, sia del ’89 mentre il ragazzo è nato nel ’91. Ma si sa, Quattro Salti in Pagella ha per i giovani calciatori la stessa attenzione dimostrata dal suo DS preferito, cioè Tintoretto. E di seguito state attenti a cosa ci tocca leggere sul foglio loocale a proposito delle caratteristiche di Nicolao, giovane neo acquisto dei Grigi: “Il ragazzo può giocare anche quinto a sinistra alto”. Questo ruolo curioso ritagliato al nuovo arrivato è compatibile solo con il celebrato modulo “a farfalla” teorizzato da Oronzo Canà, meglio conosciuto come “5-5-5”.
Va da sé che in caso si abbandonasse il 3-5-2 immaginato da D’Angelo e si dovesse sposare il modulo “a farfalla”, Di Masi sarebbe costretto a cambiare mister già in ritiro perché il “5-5-5” non c’è allenatore che lo applichi tranne il suo inventore, per cui è facile prevedere Lino Banfi quanto prima sulla panca mandrogna. Grande Capo, è questo lo scoop che sognavi? E pensare che Pena Cadente la domenica fa pure le pagelle giudicando giocatori e allenatori professionisti e qualche volta vorrebbe pure fare la campagna acquisti al posto del DS. Altro che 1000 abbonati, gli eroi sono quei trenta che leggono ancora certe minchiate e mi dicono che su facebook qualcuno prende ancora sul serio… l’immarcescibile, cara, vecchia, incompetente Pena Cadente
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