Lo so, è ancora presto per fare valutazioni, ma qualcosa si può già dire dopo l’amichevole di Bardonecchia, soprattutto per quanto di buono si è visto in campo a dimostrazione che questa società sta lavorando con impegno per crescere di livello e di professionalità. Innanzi tutto è chiaro che al tifoso interessi principalmente che arrivino tanti buoni giocatori e che si vincano tante belle partite, anche se, in realtà, per gli addetti ai lavori l’arrivo di un nuovo giocatore è solo l’ultimo anello di una catena progettuale e, se vogliamo, neppure il più importante. Per vincere non basta volerlo ma bisogna prepararsi a farlo e questo è l’aspetto principale di tutta l’attività calcistica. Vorrei che mi leggessero, innanzi tutto, gli sportivi appassionati di calcio perché non è più possibile pensare che i risultati in questo sport siano il frutto di imperscrutabili disegni divini e, quand’anche lo fossero, dev’essere chiaro che ogni componente che ruota attorno ad una squadra ha il dovere di lavorare al fine di ridurre al minimo l’intervento trascendente. Ad esempio, durante la partita amichevole contro l’Eintracht, il nostro giornalista di riferimento (per le sue minchiate, naturalmente) Pen(n)a Scadente ha postato per una buona mezzora su facebook la stronzata che l’Alessandria era scesa in campo col modulo solito (3-5-2); poi qualche anima pia deve averle fatto notare che, a ben guardare, D’Angelo aveva optato per un classico 4-4-2 e così la cadente cronista s’è corretta. Senza contare che è stupefacente il fatto che la massima espressione (fino a ieri) del giornalismo sportivo mandrogno non sia in grado di distinguere un modulo difensivo da un altro applicato in partita, mi chiedo di che pasta siano fatti i suoi colleghi e quanto potrà migliorare la cultura sportiva cittadina se gli scriba sono ‘sta roba qui. Per chi pensa poi che cambiare modulo per una squadra non è poi cosa di gran conto (“sono solo numeri scritti su un pezzo di carta” quante volte l’abbiamo letto e sentito) vorrei sommessamente fare presente che se D’Angelo dovesse applicare con una certa continuità il 4-4-2, anziché andarsi a cercare un esterno destro con certe caratteristiche Magalini dovrebbe virare su un classico terzino destro per sfruttare le doti di Sosa in una posizione più centrale. A ben guardare penso che il mister non sia così sprovveduto da aver chiesto al ds giocatori che si adattano ad un certo modo di giocare e poi, a campagna acquisti quasi ultimata, cambiare le carte in tavola, ma ha sicuramente valutato per bene i pro e i contro di questa scelta visto il momento della stagione, gli avversari da affrontare e gli elementi più in forma. E se un giornalista non riesce neppure a distinguere una difesa “a quattro” da una “a tre”, come fa poi a spiegare ai suoi affezionati lettori dove e chi la indovina o la sbaglia? E se il loro suggeritore scantona per un attimo cosa saranno mai in grado di scrivere certi giornalisti che poi pretendono pure un lauto stipendio dal proprio editore? E quando scrivono che cosa scrivono? Minchiate, naturalmente, perché da anni non azzeccano più un’anteprima (e sorvoliamo su come facevano prima ad avere le “soffiate”) e in tema di calcio sono rimasti al mesozoico; e allora non devono meravigliarsi se non li legge più nessuno (infatti leggono tutti me). Sono autoreferenziali insieme a quella trentina di storditi di tifosi che ancora godono ad essere citati sul giornale, mentre i soliti pennivendoli ignoranti scrivono balle per intortare i lettori. Sarà meglio quindi che Di Masi vada avanti per la strada del rinnovamento totale e, se aspetta una sponda da cotanta stampa “specializzata”, si chieda prima in quale campo certi giornalisti sono specializzati. Che scuole hanno fatto. Che professori hanno avuto. Da dove vengono. Certamente non sono esperti in moduli difensivi (vero Pena Scadente ed il tuo 5-5-5 con “il quinto esterno alto a sinistra”?). In compenso il degno compare del Grande Capo, pur di non ammettere di non aver capito un cazzo della partita in Val Susa, scrive che Nicolao ha giocato in posizione “anomala”. Anomala? Ma anomalo sarà lui che non sapendo fare neppure la O col bicchiere si arrampica sugli specchi raccontando un sacco di balle per nascondere la propria crassa ignoranza. È lui in verità che non ha capito con che modulo giocava la squadra e se la prende col povero terzino che invece ha perfettamente interpretato il ruolo che gli è stato affidato. Quanto poi alla polemica riguardo al fatto che ci sarebbe una sorta di prevenzione nei confronti dei giocatori portati qua da quell’ignorante di Svicolone, dico subito che fra gli oltre 45 giocatori che ci ha portato, oltre naturalmente a quelli che avrebbe dovuto cedere, mi corre l’obbligo ribadire che non ho nulla da dire su Spighi, Mora e Marconi, tanto è vero che hanno rinnovato tutti. Quanto a Poluzzi voglio ricordare che a questo proposito Menegatti l’anno scorso ci ha tritaurato i maroni per un mese perché non riusciva a chiudere il contratto con un portiere di 24 anni che aveva alle spalle ben una trentina di partite in C2 alla Giacomense, manco fosse un Buffon diciottenne. A ben guardare, quindi, Poluzzi qui è stato accolto male, anche perché è stato presentato male. C’è da dire peraltro che non ha fatto niente di memorabile, papere e rigori parati a parte. Quanto a Sirri, invece, arrivato con l’etichetta del miglior difensore della sua leva, ha dimostrato in un campionato intero di essere un giocatore che qualche volta gioca bene ed altre volte ti fa perdere le partite lasciando il cervello sul comodino dell’albergo dove ha pernottato. Miglioramenti dal punto di vista della concentrazione e della continuità questo ragazzo non ne ha mostrati e quest’anno sarebbe meglio che desse segnali sul fatto che sia in grado di fare il giocatore di calcio professionista invece di continuare ad essere una specie di Hulk biondo e arrogante. E cosa combina Hulk nella partita amichevole contro l’Eintracht? Gioca un tempo a toccar di fino nella sua area di rigore, scimmiotta il Cannavaro dei tempi andati senza avere neppure un’oncia del talento del difensore ex campione del mondo, poi tenta di imporre la sua fisicità contro certi crucchi che lo sovrastano, e non perde il suo aplomb da bullo di periferia, eroe del torneo estivo di calcetto dei bar del quartiere e si inventa un autogol che denota la sua mancanza di “scuola” in settori giovanili importanti. A lui, in questa piazza, è stata regalata un’occasione d’oro e cosa ci combina? Errori sotto porta (la nostra) da principiante, espulsioni condite da scenatacce degne di Fonzie che costano ulteriori giornate di squalifica nel momento topico della stagione, atteggiamenti da divo incompreso. Quindi nessuno ce l’ha con Sirri perché l’ha portato qui Tintoretto, ma perché non vorremmo che diventasse l’ennesima conferma dell’incapacità dell’ex ds di valutare uomini, piazze e situazioni, vista la sua percentuale ridicola di operazioni riuscite in riva al Tanaro nonostante le risorse che gli sono state messe a disposizione. Dopo la partita di Tim Cup contro la Salernitana cominceremo a parlare invece di quello che funziona, tenendo conto che Magalini ha, per il momento, inserito giocatori che hanno nelle gambe oltre 400 partite di B e sono ancora nel pieno della carriera, non reperti da museo come qualche giornalista locale interessato voleva fossero confermati… a prescindere!
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