Acqui – Alessandria 1-1;
Dall’Ottolenghi di Acqui Terme – Amichevole di cartello all’Ottolenghi di Acqui fra la neopromossa in Serie D compagine termale di Porrazza e Merlo, e l’Alessandria di Di Masi e D’Angelo reduce da una serata memorabile in Tim Cup. Mentre a Merlo manca il big Innocenti il mister mandrogno parte con una formazione infarcita di seconde linee e giocatori che finora hanno trovato poco spazio ma, se dovessero continuare a giocare con la stessa umiltà, attenzione e concentrazione viste questo pomeriggio non mi meraviglierei se in futuro di spazio ne trovassero ancor meno. Parlare di moduli in partite del genere mi sembra eccessivo, comunque D’Angelo, opposto al 4-3-1-2 di Merlo, ripropone il 5-3-2 ( o il 3-5-2 per gli ottimisti, anche se ma tatticamente è la stessa cosa) con Mariotti, Sirri e Sosa difensori davanti a Poluzzi, Picone e Papaianni quinti, Valentini, Sorato e Rantier a metà campo con Scotto e Guazzo in avanti. La partita, giocata nell’accogliente e ben organizzato stadio acquese davanti ad almeno 500 spettatori sorridenti, comincia con una decina di minuti di scaramucce ben gestite dalle opposte difese benché i termali si presentino sul campo giudiziosamente dotati dei quattro “bambini” come da regolamento in campionato. Nei bianchi spicca il fantasioso Jeda, autentico colpo di mercato della nuova gestione, assieme a gente come Teti, Del Nero, Emiliano, Genocchio ed Aquaro. E proprio su quest’ultimo, attorno al quarto d’ora del primo tempo, si abbatte il disagio di Sirri che non trova di meglio che inventarsi un’entrata da tergo delle sue, a metà fra il cartellino giallo e quello rosso, su una palla assolutamente innocua, in una zona di campo tutt’altro che nevralgica e con la vittima spalle alla porta. Questi “colpi di genio – si fa per dire – in siffatte situazioni spesso portano compagni ed avversari ad una escalation di interventi duri dimenticando lo scopo per il quale si organizzano certi incontri, cioè quello di mettere minuti nelle gambe in rodaggio dei calciatori, usare in partita schemi e meccanismi studiati solo in allenamento e provare nuove soluzioni di gioco. Nulla a che vedere quindi con incontri di box thailandese mascherati da partite di calcio anche perché fra 4 giorni i Grigi si giocano una chance a Lanciano i Tim Cup, e perdere un giocatore in un’amichevole del genere grazie ad un atto di bullismo gratuito sarebbe stato davvero un peccato. La partita fortunatamente è rimasta sui binari della sportività e del rispetto reciproco ed è filata via fino alla fine senza altri momenti di tensione fra i contendenti. Verso l’80’ passa in vantaggio l’Alessandria alla fine di una bella azione manovrata grazie al nuovo arrivato Vitofrancesco; il risultato è poi giustamente riequilibrato da un tocco in mischia del baby acquese Porrazza allo scadere. Delusione invece per l’approccio alla partita di alcuni giocatori grigi, in particolare certi valorosi titolari della stagione passata i quali hanno sbagliato giocate, tocchi elementari ed appoggi a raffica: una genialata, giusto per far cristallizzare le nuove gerarchie. Ancora in vistoso ritardo Guazzo che, nella sua città natale, non ha certo incantato. L’ Acqui invece, considerata la categoria che dovrà affrontare e le due settimane in meno di preparazione rispetto all’avversario, ha fatto una buona impressione e, con tutti i se e i ma del caso, mi pare più dotata rispetto alla Novese ed al Derthona già viste in altre occasioni, dirette concorrenti nel girone A della Quarta Serie. Certo, con un elemento di classe e di sostanza come Jeda il quale, appena arrivato, si è presentato tirato a lucido come un ragazzino ambizioso (la professionalità è un valore in ogni occasione) non vederlo giocare là davanti sembra un peccato ma la legge degli under probabilmente chiede anche questi sacrifici.
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