dal Mocca di Alessandria – A memoria non ricordo una partita di campionato vinta 3-0 dai Grigi che si sia stata caricata di tanti significati e afflitta da tante polemiche quanto la vittoria ottenuta contro il Pordenone sabato scorso. Tra l’altro, il sottoscritto, quello che non guarda al risultato bensì alla prestazione, e non segue la corrente di pensiero “grigio nel cuore”, crede che la partita incriminata nulla abbia tolto e nulla abbia aggiunto ai parametri di gioco che questa squadra ha fin qui espresso, da agosto ad oggi. E, per dirla tutta, ne ho le palle piene dei riferimenti al meraviglioso primo quarto d’ora giocato contro il Pavia al Mocca perché si tratta di 15 minuti contro i circa 800 fin qui giocati per cui, di eccezione si tratta. Punto. La polemica poi circa la contenuta esultanza della squadra dopo il gol di Cavalli innescata da un giornalista in sala stampa nel dopo partita ripresa a piene mani dai “soliti noti“ in molti commenti post match sono la cifra del livello di certa critica sportiva mandrogna. Domanda: ma è mai possibile che certi addetti all’informazione sedicenti professionisti, anziché analizzare tecnicamente una prestazione sportiva, riducano tutto a pettegolezzo per giunta malefico ed insinuante? Perché invece non scrivono sui giornali e sui siti quello che pensano su ipotetiche fratture nello spogliatoio assumendosi le responsabilità del caso davanti ai lettori, agli ascoltatori, agli addetti ai lavori e, soprattutto, davanti alla Società? Tra l’altro non farebbero altro che riportare voci che girano da tempo, e dare quindi ragione a personaggi contigui all’Alessandria (o che lo vorrebbero diventare). Il venticello di cui sopra soffia al fine di inceppare un meccanismo, quello della attuale struttura tecnica e sportiva, che funziona, pur fra difficoltà e inevitabili battute a vuoto. I bersagli? Il DS, il Mister e alcuni ruoli meno in vista. L’obiettivo finale? Realizzare il vecchio sogno di qualche mandrogno doc: gestire l’Alessandria coi soldi, meglio se tanti, di qualcun altro. Se il sogno diventasse realtà, ci sarebbe un nuovo organigramma già pronto, con relativi avanzamenti di carriera ed una robusta iniezione di mandrognite. E, come abbiamo già scritto, fra questa elite di scienziati, si possono individuare ex dirigenti, ex addetti ai lavori, ex giocatori che da lontano ci guardano, ex tutto; sono dotati di una sede confortevole praticamente pagata da Di Masi con tanto di apparato mediatico del Grande Capo Penna Scadente alias Mosca Cocchiera. Tra l’altro, oltre i disastri arrecati dall’ignoranza calcistica del Grande Capo che si è costruito negli anni un fortino ma ha azzoppato un’intera piazza calcistica, sono arrivati i danni collaterali. Danni rappresentati da una serie di personaggi vecchi, vecchissimi, giovani e giovanissimi i quali, pur non distinguendo una partita di calcio da una corsa nei sacchi, senza aver mai dato un calcio ad un pallone, senza dignità nell’orecchiare e riportare al popolo luoghi comuni e minchiate buone per tutte le stagioni, ritengono che, per il solo fatto di contrabbandarsi con “il grigio nel cuore”, possano far danni impunemente al pari della loro mosca cocchiera nonché “lider maxima” ed instancabile ispiratrice di “bieche maldicenze ad orologeria”. Per tutta questa genìa il meglio era Veltroni, il quale consentiva loro di far finta di contare più del due di picche, senza tener conto di un piccolo particolare: il toscano aveva deciso di spendere tanto ma quei soldi li hanno poi cacciati chi ha salvato capra e cavoli. E adesso passiamo al poderoso settore comunicazione della Società guidato da Borio. Ma Borio cosa fa, dorme? Cosa aspetta a ingaggiare un coreografo che si sia particolarmente distinto in “Ballando sotto le stelle“ per organizzare un balletto dei nostri giocatori in occasione di ogni gol segnato dai Grigi? Un paio di ideuzze da suggerire le avrei. Per esempio: un balletto ispirato alla “danza della pioggia” tipica dei Navajo, giusto per far sentire a casa il nostro Grande Capo, oppure “la danza del cavedano”, ispirata ai sinuosi movimenti del pesce in oggetto quando è in fregola, danza praticata nella bassa Valle Tanaro. Per avere qualche elemento in più a cui richiamarsi consiglio di andare su Youtube https://www.youtube.com/watch?v=1VXHIL8-hLc. Una cosa è certa: non possiamo chiedere a D’Angelo di curare anche questo aspetto dell’attività sportiva dopo che, oltre la squadra, adesso si trova a dover allenare a pari stipendio nell’ordine: gli arbitri, gli episodi, i giornalisti e i tifosi dei parterre. D’Angelo ha confessato di avere tanta pazienza che è una dote importante per un mister e, a questo punto, speriamo che un po’ di pazienza l’abbiano pure gli spettatori se dovessero di nuovo assistere ad un primo tempo come quello visto sabato scorso contro il Pordenone. E non soltanto per colpa del nostro mister ma anche per merito di quel fenomeno di Foschi, l’amico del G.C.
NE HO LE PALLE PIENE

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