Dal Mocca di Alessandria – Puntualizzazione: a Como domenica scorsa Vitofrancesco ha giocato una buona partita e tutti, presenti al Senigaglia o semplicemente telespettori, sono concordi su questo punto. Quello che invece fatichiamo a capire è come sia possibile che nella partita in riva al Lario qualcuno abbia visto il nostro quinto che (letterale) “gioca fra le linee” . Orbene fra quali linee il redattore di questa belinata colossale non lo dice. Ma è facile che intendesse fra la linea del fallo laterale destro e quella dell’area tecnica delle panchine. Potrebbe anche essere che questo scienziato della corsa nei sacchi volesse comunicare che spesso questo giocatore a Como tagliasse in mezzo al campo per dare una mano al nostro reparto mediano e a Taddei in particolare. Ma “giocare fra le linee” s’intende un’altra cosa: muoversi fra la linea difensiva e quella di centrocampo, oppure fra il centrocampo e l’attacco senza avere l’obbligo di ricostituire la linea orizzontale di reparto. Perché per “linea” s’intende quella orizzontale formata dai giocatori di uno stesso reparto e non quella verticale di colore bianco disegnata prima della partita sul terreno di gioco con la vernice apposita dall’addetto alla manutenzione. Ma, si sa, per qualcuno la tentazione a pensare come penserebbe una capra e a scrivere come scriverebbe una gallina è sempre in agguato e già solo questa chicca basterebbe per avvalorare la tesi secondo la quale per andare in serie superiori e rimanerci sarebbe necessario che anche i media locali e non si attrezzassero adeguatamente con inviati dotati di un minimo di competenza e di voglia di aggiornarsi. Per chi è portato a pensare che Cichi stia esagerando vi invito a leggere la valutazione relativa al nostro esterno per la partita di Como pubblicata, manco a dirlo, martedì scorso a firma di Quattro Salti in Pagella e capisco pure che fra una strizzatina d’occhio (eufemismo) di qua e una minchiata di là anche al lettore più attento può sfuggire una stupidaggine come quella su riportata. Ma se i Grigi hanno spopolato in riva al lago vincendo senza discussioni nel recupero contro il Bassano, nonostante il pareggio raccolto, la squadra ha rafforzato l’opinione positiva che ormai aleggia tra gli sportivi e gli addetti ai lavori. La truppa di D’Angelo infatti marcia con il segno + in media inglese, ha recuperato in questa seconda parte di girone d’andata su tutte le avversarie accreditate al salto di categoria e sta acquisendo una coscienza di sé ed una autorevolezza che ci riempie di orgoglio. Neppure l’Alessandria di Sarri infatti è riuscita fin qui a raggiungere i risultati che Obodo e compagni stanno mettendo in fila. E sia chiaro: il bilancio finanziario previsto (e non onorato) da Veltroni in quell’annata sportiva non era certo inferiore al monte stipendi attuale mentre bisogna considerare che se quella Alessandria non affrontava un campionato di livello superiore al precedente l’Alessandria di Di Masi arriva invece da una serie inferiore. Altra annotazione interessante: rispetto al recupero preserale in panchina non c’era D’Angelo perché ricoverato poco prima della partita per una colica renale e il suo secondo Ferrarese ha svolto il ruolo di conducador . È curioso ma buona parte di coloro i quali ci hanno stracciato le palle nei mesi scorsi spiegando che il Mister titolare non è un occhio di lince a leggere le partite, stavolta, a fine partita, hanno commentato che con lui in panchina l’Alessandria avrebbe vinto lo scontro diretto contro il Bassano. In pratica sarebbe come dire che davanti a D’Angelo, Vitofrancesco al 4’ pt sarebbe arrivato più convinto sul cross di Rantier e avrebbe segnato anziché ciabattare fuori. E sarebbe pure come dire a Magalini che se dovesse cambiare allenatore e vice anziché viaggiare solo a media promozione avremmo già preso il largo e a maggio si potrebbe veleggiare a +10 in media inglese. Ci sarebbe una soluzione che accontenterebbe tutti: per il lavoro settimanale confermare il mister attuale mentre per la partita mettere sulla panchina un vecchio pirata della serie A, di quelli che, tanto per intendersi, con una mossa geniale ed illuminante ti cambiano la faccia dell’incontro e spiazzano inesorabilmente l’avversario di giornata. Un tipo alla Foschi o alla Cusatis, insomma, gli allenatori dai quali Quattro Salti in Pagella ha imparato di più.
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