Alessandria (Piero Giacobone) – E andò a finire che Vincenzo De Marte, esponente dal forbito eloquio del partito dell’altrettanto fine dicitore Di Pietro, in nome della tanto millantata coerenza (della quale si vantava al punto da coniare lo slogan “Sempre presente, sempre coerente” per la campagna elettorale del Maggio 2014, quando era Segretario Provinciale dell’IDV), dopo essere passato armi e bagagli nel Pd ha ottenuto anche l’assunzione in Provincia (naturalmente è una pura coincidenza), a fare che cosa non ci è dato sapere. E, sempre in nome della coerenza, nella più squisita tradizione di sinistra del Pd, la sua assunzione coincide con la decisione della Provincia di lasciare a casa qualcosa come trecento dipendenti. Meno male che comanda Rita Rossa perché se comandasse uno di destra in Alessandria sarebbe scoppiata la rivoluzione d’ottobre in formato mandrogno. L’annuncio del trasferimento di De Marte nel Pd era stato dato in pompa magna esattamente un mese fa (correva il giorno 20 novembre 2014) nel corso d’un ricevimento organizzato nell’esclusivo locale “La Fermata” di Spinetta Marengo alla presenza dello Stato Maggiore del Pd e di molti trinariciuti di casa nostra, con la benedizione del Segretario Provinciale del Pd Domenico Ravetti. Mi giura il Maligno che Vincenzino nostro, nel vedere i post comunisti in festa, ha avuto persino il becco di pensare: io, Vincenzo De Marte, sono dei vostri ed adesso farò la scalata anche nel vostro partito. In questo afflato di amore reciproco, il Pd gli ha riservato, dopo l’assunzione evidentemente decisa alla luce delle sue indubbie capacità gestionali e della sua profonda e comprovata cultura, un ufficio al terzo piano, evidentemente adeguato alle mansioni che andrà a ricoprire, cioè l’ufficio che occupava niente meno che il segretario generale dell’Ente dottor Casagrande, ora passato al Comune di Chiavari. Evidentemente la presidente Rita Rossa ed il suo confermatissimo direttore generale Gianni Mogni (quello che occupa da una vita incarichi pubblici senza aver mai dato un concorso) sono stati ammaliati dalla parabola evangelica del “figliol prodigo“ in quanto Don Vincenzo era già stato dipendente della Provincia prima di essere trasferito, su sua richiesta, all’Asl cittadina. Una bella carriera, non c’è che dire, certamente meritata, a differenza di quei trecento zoticoni che saranno giustamente licenziati in quanto non all’altezza del compito loro affidato. Giustizia è fatta e, ancora una volta, avanti o popolo.
MENTRE LA PROVINCIA ANNUNCIA LICENZIAMENTI IN MASSA ASSUME DE MARTE CHE OCCUPA L’UFFICIO PIÙ BELLO DI PALAZZO GHILINI

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