Novara (Novara 2 – Alessandria 1) – Giocare a Novara la sera d’inverno non è proprio il massimo della vita ma essere in televisione val bene il sacrificio. Se dopo il pareggio dell’andata al Mocca ci avessero detto che a fine gennaio i Grigi sarebbero stati in classifica davanti ai novaresi avremmo fatto molta fatica a crederci invece le due formazioni, prima della partita, così erano sistemate in graduatoria. E se dopo il pareggio dell’andata ci avessero detto che i Grigi al ritorno al Piola avrebbero messo alle corde i novaresi sul piano del gioco avremmo fatto ugualmente molta fatica a crederci. Ma così va il calcio, punto.
Partita, dunque, dedicata a chi pensa che il risultato in questo sport sia tutto, e a chi pensa che il livello della prestazione sia incidentale.
L’Alessandria infatti domina il Novara per la prima mezzora di gara in ogni zona del campo, va in vantaggio meritatamente a casa della indiscussa favorita del girone per l’occasione rinforzata dal mercato, si fa raggiungere da una sfortunata autorete e capitola ad inizio secondo tempo su una seconda palla ripresa da un pivello tutto destro che col mancino infila il sette di Poluzzi da 25 metri. Pazienza.
Da lì in poi Mora e C. mantengono l’iniziativa fino alla fine senza essere davvero pericolosi mentre i padroni di casa, rinfrancati dal vantaggio, controllano le sfuriate avversarie e zittiscono i malumori del loro pubblico che cominciava a borbottare deluso dalla prestazione dei loro. Non c’è stato un solo momento della contesa che ha visto i nostri in affanno. A partita vista devo sottolineare la validità dell’Alessandria che per capacità, applicazione, umiltà, intensità e generosità è da applaudire. Folta la pattoglia di tifosi alessandrini al seguito che, con l’ovazione riservata a fine partita ai propri giocatori, hanno di fatto cancellato le ingiustificate e miserabili perplessità di molti addetti all’informazione di casa nostra abituati a commentare le partite basandosi sul risultato e non sulla prestazione. Sono quelli che vanno allo stato per farsi vedere e non per vedere e alla fine non hanno capito niente. Certo, questa squadra grigia che stasera ha tenuto in mano la partita dall’inizio alla fine, che ha dominato l’avversario per tutto il primo tempo sfoderando un’autorevolezza ed una forza morale da riferimento, non è stata perfetta dal punto di vista della lucidità e per i troppi errori individuali, ma ritengo abbia offerto una prestazione certamente più convincente, importante ed indicativa circa le proprie potenzialità rispetto ad altre trasferte vittoriose del girone d’andata. Si, dirà qualche dabbene: ma senza punti dove si va? Rispondo: e vincendo senza giocare al calcio dove si pensa di arrivare a maggio?
LE PAGELLE
Poluzzi 5,5 – Probabilmente poco svelto a riguadagnare la linea di porta in occasione del gol di Dikcman, ma sfortunato come un cane in chiesa in occasione delle reti subite. Inoltre non ha certo avuto la possibilità di riscattarsi attraverso interventi importanti perché il Novara non è mai stato pericolosamente vicino al gol, esclusi i due episodi decisivi.
Sosa 6 – E’ bravo a controllare efficacemente gli attaccanti azzurri che mettono il naso nella sua zona di competenza.
Sirri 7 – Senza le solite colpevoli sbavature sfodera una prestazione di buona sostanza ed applicazione.
Sabato 5,5 – Che fatica dalla sua parte! Gli attaccanti novaresi, d’alta parte, sono di un altro pianeta
Spighi (dal 11’ st) 5 – Va al posto di Vitofrancesco per creare superiorità numerica a destra: obbiettivo mancato.
Vitofrancesco 5,5 – Sicuramente non impeccabile in occasione dell’autogol e poco brillante nell’oretta giocata
Obodo 6,5 – Usa la sciabola in mezzo al campo e, qualche volta, pure il fioretto.
Mezavilla 5 – 70’ in campo senza azzeccarne una
Marconi 6 – Lotta continua là davanti, al punto che Toscano ordina ai suoi nella ripresa di ignorarlo nelle spizzicate perché di testa non ha rivali.
Mora 6 – Uno slalom vertiginoso in area novarese ma non è reattivo sull’eurogol del ragazzino.
Taddei 6 – D’Angelo lo fa partire subito mezzala dietro le due punte dando un messaggio di coraggio e sicurezza. Lui comincia bene imbeccando Rantier sul gol del vantaggio poi si spegne a poco a poco.
Rantier 6 – Fa gol, bravino e spesso impalpabilino
Scotto (dal 25’ st) 5 – Se doveva dare un quid in più al posto di Mora non è riuscito a darlo
Cavalli (dal 35’st) sv
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