Roma – Per il sindaco della Capitale la situazione comincia a complicarsi, dopo i suoi svariati annunci di onestà e integrità, e gli attacchi in pieno delirio al premier Matteo Renzi ed agli esponenti politici di destra. Un indagato di Mafia Capitale, stretto collaboratore di Odevaine, Pietro Grappasonni, ha tirato in ballo nello scandalo Ignazio Marino. L’indagato ex braccio destro della giunta Veltroni e lavoratore nella “Coop Abitus” ha rivelato ai pm il ruolo del sindaco democratico in merito alla gestione del centro per gli immigrati di via Boccea. Grappasonni ha raccontato che nel 2013 Odevaine chiese al sindaco Marino di non chiudere il centro d’accoglienza che di fatto non fu poi chiuso. Immediate in consiglio comunale sono arrivate una raffica di dimissioni tra capigruppo, assessori, consiglieri, e il Cda degli enti museali, insomma la terra del Campidoglio sta tremando sotto la pressione della grande fuga dei democratici. Intanto a palazzo Chigi, l’esecutivo sta lavorando per una exit strategy e per il commissariamento della giunta Pd della Capitale d’Italia. Ma il sindaco partecipa imperterrito alle manifestazioni gender, alla Festa dell’Unità e alla festa del Sel e, secondo quanto ha reso noto il Giornale, l’ex chirurgo democratico non molla e ha lanciato sui social network un appello per raccogliere firme a suo favore e per non diventare il capro espiatorio di un premier dittatoriale e della politica di destra che lo vuole cacciare per riprendersi la Capitale. Nel frattempo, il premier e segretario Pd dopo il crollo dei consensi nei risultati elettorali dei ballottaggi delle Amministrative, per correre ai ripari è tornato alle origini con il Renzi A, il rottamatore, ed ha annunciato la sospensione di De Luca e il voto su Roma per il 2016. Infine ha sottolineato che le dimissioni del sindaco Marino dipenderanno dalla relazione del prefetto Gabrielli prevista per fine luglio.
ROMA CROLLA, ODEVAINE ACCUSA MARINO, TUTTI SCAPPANO DAL CAMPIDOGLIO

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