di Andrea Rossi – Qualche sera fa ho visto con interesse una bella trasmissione Tv di Alberto Angela sull’olocauso nucleare di Hiroshima e Nagasaki del 1945 e mi sono reso conto di quanto la crudeltà umana a volte superi ogni pronostico. Dopo la prima bomba atomica su Hiroshima, visti gli effetti e malgrado fosse data per certa la resa del Giappone, non contenti di quello che era successo (100.000 morti e distruzione diabolica) ne buttarono una seconda su Nagasaki (60.000 morti). Una bomba inutile, questa seconda, e per questo criminale più della prima. A proposito di Hiroshima e Nagasaki è bene ricordare che l’azione bellica statunitense non fu una follia militare ma aveva una precisa ragione. Fu scientificamente pensata e preparata dal governo americano solo per determinare il predominio mondiale del dopoguerra, in particolare nei confronti dell’Urss, che con la vittoria sul Nazismo e i suoi 20 milioni di morti, si era conquistata un grande prestigio nel mondo. Con Hiroshima e Nagasaki gli Usa dicono tre cose all’Unione Sovietica, al movimento comunista mondiale in ascesa e al mondo intero: noi abbiamo l’arma nucleare (e nessun altro), noi ora vi facciamo vedere gli effetti terrificanti e assolutamente inediti di questa nuova arma, noi vi dimostriamo che non abbiamo nessuno scrupolo a usarla in quanto siamo stati così cinici e feroci da radere al suolo due intere città e le popolazioni civili inermi e siamo disposti a usare quest’arma contro chiunque. D’altronde il bombardamento nucleare di Hiroshima e Nagasaki non aveva nessuna motivazione, tranne che iniziare con un grande simbolico crimine contro l’umanità la guerra fredda (e calda) all’Urss e al movimento comunista internazionale. La bomba atomica usata dagli americani nel 1945 era il prodotto di lunghi studi ed esperimenti effettuati da scienziati di varie nazionalità, prevalentemente profughi negli Stati Uniti dall’Europa. Una forte percentuale di loro era di razza ebraica, e il fatto poi che le due bombe su Hiroshima e Nagasaki siano state volute e prodotte proprio dagli ebrei (lettera di Einstein a Roosevelt – leggi sotto) spiega come mai oggi Israele, una nazione grande come la nostra Emilia-Romagna, possieda, unico in tutto il Medio Oriente, centinaia di missili nucleari che potrebbe usare un giorno, per esempio, contro l’Iran, come ha minacciato più volte, il che avrebbe effetti devastanti anche per l’Europa. Andando a vedere, nel 1945 in Usa, oltre a Enrico Fermi che ebreo non era anche se aveva sposato un’ebrea, nel gruppo di lavoro per la bomba atomica c’erano gli ebrei Lisa Meitner, il direttore dello stabilimento di produzione della prima bomba atomica Robert Oppenheimer (così cinico da pensare e realizzare una fabbrica di morte), l’ebreo-ungherese Edward Teller, l’ebreo-danese Niels Bohr, l’ebreo-italiano Emilio Segrè. Dopo la guerra gli scienziati ebrei continuarono ad incentivare gli studi sulla bomba atomica come il nostro Bruno Pontecorvo che nel 1950 fu protagonista di una clamorosa fuga in URSS grazie alla quale rivelò ai dirigenti sovietici i fondamentali segreti nucleari, che essendo ebreo conosceva benissimo, ottenendo la cittadinanza russa ed il “Premio Lenin”, somma onorificenza sovietica. Successivamente assunse la direzione della fabbricazione sovietica di bombe all’idrogeno. Ma bravo.
Non è finita.
Anche l’ebreo-anglo-germanico Klaus Fuchs, discepolo di Oppenheimer, rivelò ai Sovietici importantissimi segreti per la costruzione di bombe atomiche. Il “business” ebraico iniziato da Oppenheimer che si basa sulla bomba atomica continuò con Harry Gold, uno dei pilastri dell’organizzazione spionistica sovietica. Scoperto dalla Cia, Gold, protagonista d’una classica gazzarra ebraica, denunciò il correligionario David Greenglass impiegato nel Centro nucleare di Los Alamos, il quale, a sua volta, denunciò addirittura sua sorella Ethel Greenglasse suo cognato Julius Rosenberg, naturalmente tutti ebrei con passaporto statunitense che avevano rivelato ai Russi importantissimi segreti atomici tramite il correligionario Alexander Yakoviev, ebreo pure lui, console sovietico a New York. Condannati a morte, i coniugi Rosenberg furono giustiziati nel 1953 e la propaganda comunista li commemorò quali “vittime del fascismo poiché volevano che l’America diventasse libera”. Grazie agli ebrei l’URSS dal 1949 al 1993 ha costruito 55.000 bombe atomiche (il cui smantellamento si presenta ora molto problematico). Per questo motivo, e per onore di verità, sarebbe opportuno eternare, intitolando loro cimiteri ed ospedali in tutto il mondo, i nomi dei già citati padri ebrei della bomba atomica e i loro correligionari, ebrei pure loro, che nel periodo postbellico si sono adoperati con la loro impareggiabile abilità di venditori per realizzare ed esportare ovunque l’industria nucleare bellica.
L’OLOCAUSTO ATOMICO È STATO POSSIBILE GRAZIE AGLI EBREI

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