Roma – Sarà anche per il fatto che chi finisce a Roma, finisce anche per assumere l’andazzo dei romani, ma Giuseppe Versaldi, (nella foto tra Rita Rossa e l’ex ministro Balduzzi) ex vescovo di Alessandria ed ora cardinale a Roma, è indagato dalla Procura di Roma per tentata malversazione ai danni dello Stato finendo nel registro degli indagati per il caso dei 30 milioni di euro, stanziati dalla Commissione Bilancio del Senato e destinati all’ospedale Bambino Gesù, che sarebbero però stati usati per un’operazione di riacquisizione dell’Idi, l’Istituto Dermopatico Italiano. Tutto all’insaputa di Papa Francesco, come è emerso da un’intercettazione telefonica, del febbraio 2014 (http://www.alessandriaoggi.info/index.php?option=com_k2&view=item&id=2156:crac-divina-provvidenza-versaldi-non-dire-al-papa-di-quei-30-milioni-sull-idi&Itemid=131), nel corso della quale Versaldi parla con Giuseppe Profiti, indagato con la stessa accusa dalla procura capitolina, 54 anni di Catanzaro, ex presidente dell’ospedale Bambin Gesù di Roma (di proprietà della Santa Sede), molto vicino al Segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone, non nuovo a vicende giudiziarie in quanto nel maggio 2008 è finito sette giorni agli arresti domiciliari per turbativa d’asta in relazione alle gare d’appalto per le forniture alle mense della Asl 2 di Savona (“Mensopoli”), reato che, secondo il sostituto procuratore Francesco Pinto, avrebbe commesso quando era dirigente regionale. L’intercettazione di Versaldi rientra nell’ambito dell’inchiesta sul Crac Divina Provvidenza, per cui è finito sotto inchiesta anche il senatore del Nuovo Centrodestra Antonio Azzollini attuale presidente della commissione Bilancio del Senato per il quale la richiesta di arresto ai domiciliari non è stata eseguita in attesa che si esprima il Senato. Fra l’altro Azzolini sarebbe implicato nella presunta maxitruffa per i lavori del nuovo porto commerciale di Molfetta, il cui costo è lievitato da 72 a 147 milioni di euro. Il suo nome compare fra quelli dei 48 indagati nell’inchiesta che si è conclusa un mese fa. I reati contestati dal procuratore aggiunto di Trani, Francesco Giannella, e dai pm Michele Ruggiero e Antonio Savasta sono associazione per delinquere, abuso d’ufficio, falso, rifiuto di atti d’ufficio, truffa, frode in pubbliche forniture, violazioni ambientali e paesaggistiche, minaccia a pubblico ufficiale e concussione per induzione. In particolare, Azzollini sarebbe stato il promotore dell’associazione a delinquere che avrebbe dirottato denari pubblici, in parte distratti anche per far quadrare i conti del Comune di Molfetta di cui è stato sindaco fino al 2008.
Versaldi si difende: “La mia telefonata va collocata nel tempo e nel contesto in cui è avvenuta, cioè all’inizio di proposte di salvataggio dell’ospedale Idi. Gli incontri tecnici precedenti il colloquio con il Papa erano serviti a fare alcune ipotesi e il mio mandato era sempre di seguire tutte le vie in accordo con le leggi vaticane e italiane. L’incontro con il Santo Padre era finalizzato ad ottenere l’approvazione generale a proseguire questa linea di salvataggio per arrivare successivamente ad un’approvazione circa la soluzione individuata. In questo contesto il mio invito non era certo da leggere come un’esortazione a mentire al Papa, ma semplicemente di tacere di ciò che non era chiaro neppure ai tecnici”.
Secondo l’ex Vescovo alessandrino il salvataggio dell’Idi è stato approvato anche dai commissari governativi con un prestito di 50 milioni erogato dall’Apsa dopo il consenso avuto dal Santo Padre in un’udienza successiva a quella cui si riferisce la telefonata.
LA “ROMANIZZAZIONE” DI VERSALDI E IL “CRAC DIVINA PROVVIDENZA”

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