• HOME
  • PRIMO PIANO
    • ORIZZONTI di Luca Ubaldeschi
  • CRONACA
    • Italia
    • Europa
    • Mondo
    • Ambiente
    • Bianca
    • Giudiziaria
    • Incidenti
    • Incidenti stradali
    • Lavoro
    • Manifestazioni
    • Nera
    • Politica
    • Salute
    • Scuola
    • Sicurezza
    • Società
    • Varie
  • ATTUALITÀ
    • Italia
    • Europa
    • Mondo
    • Ambiente
    • Lavoro
    • Manifestazioni
    • Politica
    • Salute
    • Scuola
    • Servizi
    • Sicurezza
    • Società
    • Varie
  • ECONOMIA e FINANZA
    • Italia
    • Europa
    • Mondo
  • OPINIONI
  • VIDEO
  • SPORT
    • Altri sport
    • Calcio
    • Calcio parlato
    • Pronostici e scommesse
  • MOTORI
  • Log in
Alessandria Oggi
  • sabato 28 Maggio 2022 - 06:59
  • CONTATTI
  • Log in
Alessandria Oggi
  • HOME
  • PRIMO PIANO
    • ORIZZONTI di Luca Ubaldeschi
  • CRONACA
    • Italia
    • Europa
    • Mondo
    • Ambiente
    • Bianca
    • Giudiziaria
    • Incidenti
    • Incidenti stradali
    • Lavoro
    • Manifestazioni
    • Nera
    • Politica
    • Salute
    • Scuola
    • Sicurezza
    • Società
    • Varie
  • ATTUALITÀ
    • Italia
    • Europa
    • Mondo
    • Ambiente
    • Lavoro
    • Manifestazioni
    • Politica
    • Salute
    • Scuola
    • Servizi
    • Sicurezza
    • Società
    • Varie
  • ECONOMIA e FINANZA
    • Italia
    • Europa
    • Mondo
  • OPINIONI
  • VIDEO
  • SPORT
    • Altri sport
    • Calcio
    • Calcio parlato
    • Pronostici e scommesse
  • MOTORI
Home
RUBRICHE
Storia e civiltà

XX SETTEMBRE: GIACOMO SEGRE IL “CANNONIERE DI PORTA PIA” E IL FIGLIO ROBERTO PROTETTO DA MUSSOLINI QUANDO ERA ANCORA AMICO DEGLI EBREI

19 Settembre 2015 admin_AG RUBRICHE, Storia e civiltà 1395

XX SETTEMBRE: GIACOMO SEGRE IL “CANNONIERE DI PORTA PIA” E IL FIGLIO ROBERTO PROTETTO DA MUSSOLINI QUANDO ERA ANCORA AMICO DEGLI EBREI

Il XX Settembre 1870 l’Esercito italiano entrò in Roma attraverso Porta Pia. Per  quella stessa breccia, dal Vaticano i preti sciamarono nel Paese, più forti di prima. La Città Eterna rimase qual era da secoli, scettica e rassegnata. L’Italia divenne più bigotta: non per fede, ma per opportunismo. La superstizione ebbe e ha la meglio sulla ragione. Lo intuirono gli assalitori quel Venti settembre 1870. Perciò tennero un profilo basso e prudente. Bisognava aprire il fuoco contro perché Pio IX aveva fatto sapere che avrebbe ceduto solo alla violenza.
Ma chi doveva assumere un compito per tanti sacrilego? Toccò al capitano d’artiglieria  Giacomo Segre (Saluzzo, 1839 -Chieri, 1894), comandante della 5a batteria pesante del 9° reggimento di artiglieria del Corpo d’Esercito  comandato da Raffaele Cadorna. Tirò la prima cannonata alle 5.20 del mattino. Contrariamente alle attese, i pontifici, però, non stettero affatto a guardare. Mieterono parecchie vittime con fuoco di precisione.
Perciò il generale Enrico Cosenz, garibaldino, mandò in soccorso i tiratori scelti del 34° battaglione bersaglieri: quelli che poi attraversarono la Breccia. Tra gli altri alla liberazione di Roma partecipò anche il sanremasco GioBernardo Calvino, detto “Italianissimo”, massone come suo figlio, Mario, celebre botanico, e nonno di Italo, lo scrittore. La carriera dell’artigliere Giacomo Segre tutto sommato fu modesta: colonnello e commendatore dell’Ordine della Corona. Lavorò all’Arsenale ai forti di Tenda. Lasciò il servizio pochi mesi prima di morire, appena cinquantacinquenne.
Suo figlio, Roberto (Torino, 1872 – Milano, 1936; nella foto), ne seguì le orme: italiano di valori civici, israelita di religione. La sua è una vicenda paradigmatica. La racconta il colonnello Antonino Zarcone  in Come una granata spezzata nel tempo, edito dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito.
Allievo a tredici anni nel Collegio militare di Milano, quando il padre era direttore dell’Arsenale di Torino, Roberto Segre percorse la carriera militare, alternando studi e servizio. Capì tra i primi in Europa che l’artiglieria non era solo un supporto della fanteria. L’Arma Dotta aveva un compito proprio. Energico e resistente alla fatica fisica e mentale, Segre dette ottime prove nell’impresa di Libia e nella Grande Guerra. Si distinse al seguito del Duca d’Aosta, Emanuele Filiberto, e poi dalla liberazione di Gorizia (1916) alla battaglia del Solstizio (giugno 1918), quando i pezzi da lui comandati furono risolutivi. Aveva però carattere spigoloso. Esigente con sé e con gli altri, molto fiero e talora tagliente anche con i superiori, come accade a chi deve spendere il doppio per ottenere riconoscimenti normali.
Dopo l’armistizio del 4 novembre 1918 venne inviato Capo della Missione Militare Italiana a Vienna: oltre cento ufficiali e 400 uomini dai compiti disparati. Perfettamente padrone del tedesco, affrontò di propria iniziativa ruoli delicatissimi: il recupero di opere d’arte trafugate dagli austriaci (ne venne esposta una rassegna a Roma nel 1923), l’assistenza agli orfanotrofi viennesi. Compì missioni in Ungheria e in Polonia.  Per motivi prudenziali, “parcheggiò” su un conto personale un’ingente somma anticipata dal governo comunista di Bela Kun per forniture,  sempre dandone informazione ai superiori. Però Vienna era meta di “servizi” strani e di giochi complessi volti a sminuire il ruolo dell’Italia.
Da bravo artigliere, Segre guardava lontano e agiva d’intuito. Calpestò qualche piede, sia di diplomatici che del ministero della Guerra. Inviato in ispezione il generale Meomartini ne ordinò l’immediato rientro in Italia, in violazione delle procedure e senza interrogatorio: sorte riservata ad altri membri della missione. Il 20 maggio 1921 Segre fu arrestato a Milano e tradotto a Firenze. Iniziò un lungo calvario che si concluse con la piena assoluzione sua e degli altri imputati. Nel frattempo, però, era stata deturpata non solo la sua immagine personale, ma anche quella della meritoria Missione italiana a Vienna.
Una perdita secca per il Paese. Tutto avvenne nel clima torbido alimentato dalla squallida “Inchiesta su Caporetto” che, pronubo il presidente del Consiglio Francesco Saverio Nitti, mise alla gogna i vertici militari, per compiacere clericali e socialisti. Particolarmente velenosi furono gli articoli pubblicati nel quotidiano socialista “Avanti!” dall’argentino  Schweide. Finalmente assolto nel processo celebrato a Pistoia, molto seguito dall’“Idea Nazionale” e dal mussoliniano “Il popolo d’Italia”, Segre ascese a generale di Divisione, con comando a Brescia. Chiese invano di essere trasferito a Milano, ove aveva la famiglia. Collocato a disposizione, fu assegnato ad attività di studio, che del resto erano la sua passione.
“L’invidia gli troncò la carriera e l’esistenza” ne scrisse il Maresciallo Pecori Girardi, senatore del regno. Fu vittima di una inchiesta pessimamente condotta. Ma, come scrisse il generale Luigi Cadorna, “le inchieste servono troppo spesso a colpire qualcuno predestinato e a salvare qualche altro, confondendo la verità”.
La Vicenda militare ed umana di Roberto Segre è narrata da Antonino Zarcone, Capo dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito in quasi 600 pagine, fitte di documenti inediti (da lui stesso acquisiti all’Ufficio) e di interrogativi incalzanti, arricchite da centinaia di accuratissime schede biografiche. L’Autore vi pone la domanda fondamentale: il merito è davvero rispettato o a volte prevalgono invidie, gare, piccinerie? Un commento “a caldo” fu scritto a Segre dal capitano Riccardo Gigante, fiumano, intellettuale di rango, senatore del regno, assassinato dai partigiani comunisti di Tito: gli era toccato “il solito premio che l’Italia sa dare ai propri figli migliori, l’ingratitudine e l’umiliazione di un carcere ingiusto”, una “infamia commessa dal governo cinico e malvagio, lo stesso che tradì la Dalmazia e insanguinò la mia sfortunata città”.
Il 21 settembre 2000 la Città di Chieri, il Consiglio provinciale di Torino e l’Associazione Nazionale Bersaglieri murarono a Chieri una lapide a ricordo di Giacomo Segre, il cannoniere  di Porta Pia. In attesa che l’Italia faccia altrettanto per memoria del figlio, che aveva tutti i requisiti per ascendere al vertice delle Forze Armate d’Italia (traguardo raggiunto dall’altro celebre artigliere, Piero Badoglio), la biografia scrittane da Zarcone ne è il miglior monumento. Va fatta conoscere, anche per ricordare che gli israeliti furono emancipati da Carlo Alberto di Sardegna nel marzo-aprile 1848: primavera d’Italia e dei Popoli.

 

Print Friendly, PDF & EmailSTAMPA, salva in PDF o condividi l'articolo via E-MAIL ...

Condividi su ...

Facebook Twitter LinkedIn WhatsApp
Next article UN ALTRO PRETE ALESSANDRINO IN VATICANO
Previous article IL PRESIDE CAMBIA L’ORARIO MA SI DIMENTICA DI AVVISARE L’ARFEA E GLI STUDENTI PENDOLARI RESTANO A PIEDI

Articoli correlati

Casale, gattino finito in un vascone salvato dai Vigili del Fuoco BAU MIAO
6 Agosto 2020

Casale, gattino finito in un vascone salvato dai Vigili del Fuoco

A Ovada gattina finisce in un tombino ed è salvata da volontari, Vigili del Fuoco e Carabinieri BAU MIAO
24 Maggio 2020

A Ovada gattina finisce in un tombino ed è salvata da volontari, Vigili del Fuoco e Carabinieri

Micio incastrato nel vano motore di un'auto tratto in salvo dagli Ispettori Ambientali BAU MIAO
21 Maggio 2020

Micio incastrato nel vano motore di un'auto tratto in salvo dagli Ispettori Ambientali

Leave a Reply Cancel reply

Devi essere connesso per inviare un commento.

Ultimi articoli pubblicati
27 Mag 7:43 PM
CRONACA

Pilota esperto evita la tragedia: per un guasto il suo elicottero precipita ma riesce ad atterrare, quattro i feriti

27 Mag 3:55 PM
VIDEO

Ascoltiamo Bach per ritrovarci tutti insieme figli di Dio

27 Mag 12:18 PM
CRONACA

“La Piovra” sta stritolando il Piemonte, e la nostra provincia non fa eccezione

27 Mag 12:02 PM
CRONACA

Arrestato un medico in pensione e sospesa una farmacista per i green-pass falsi

27 Mag 11:42 AM
CRONACA

Delitto di Casale: la Corte dispone un altro esame psichiatrico per il figlio imputato

27 Mag 11:30 AM
CRONACA

Il mercato biologico di Volpedo compie otto anni

26 Mag 8:09 PM
CRONACA

Tragicommedia autostrade italiane: 10 chilometri di coda sulla A7

I più letti
Moncalvo: uno strano abbraccio rituale fra il Papa e Macron VIDEO

Moncalvo: uno strano abbraccio rituale fra il Papa e Macron

2 Lug 2018 108832
Gravissimo a Tortona sospetto contagiato da Coronavirus, i suoi familiari isolati in casa dall'Asl PRIMO PIANO

Gravissimo a Tortona sospetto contagiato da Coronavirus, i suoi familiari isolati in casa dall'Asl

1 Mar 2020 68203
Berlusconi tiene in pugno Salvini e la Lega VIDEO

Berlusconi tiene in pugno Salvini e la Lega

20 Apr 2018 56461
Un amore troppo grande per vivere senza: lasciato, si uccide PRIMO PIANO

Un amore troppo grande per vivere senza: lasciato, si uccide

17 Apr 2019 55499
L'architetto Emanuele Gatti ci ha lasciati: s'è tolto la vita impiccandosi alla caldaia PRIMO PIANO

L'architetto Emanuele Gatti ci ha lasciati: s'è tolto la vita impiccandosi alla caldaia

24 Ott 2020 52389
Audio interviste
  • Intervista a Ugo Cavallera Gianmaria Zanier
  • Intervista a Titti Palazzetti Gianmaria Zanier
  • Intervista a Gianna Dondo Gianmaria Zanier
  • Intervista ad Antonio Frisullo, Enrico Bertero e Mirko Pizzorni Gianmaria Zanier
  • Intervista a Rita Rossa Gianmaria Zanier
  • Intervista ad Alfredo Sacchi Gianmaria Zanier
  • Intervista a Pier Giuseppe Rossi Gianmaria Zanier
  • Intervista a Giorgio Abonante Gianmaria Zanier
  • Intervista a Emanuele Gatti Gianmaria Zanier
  • HOME
  • PRIMO PIANO
  • CRONACA
  • ATTUALITÀ
  • ECONOMIA e FINANZA
  • OPINIONI
  • VIDEO
  • SPORT
  • MOTORI
  • Back to top
Alessandria Oggi - Quotidiano online

Quotidiano on line iscritto in data 8 giugno 2009 al n. 625 del Registro Stampa del Tribunale di Alessandria.

Direttore responsabile Andrea Guenna
Sede Legale e Redazione
Via Pontida 10 - 15121 Alessandria
Tel.: 0131 975783
Mob.: 349 3066245 | 331 1126359

E-mail: redazione@alessandriaoggi.it

CONTATTI | PRIVACY e COOKIE Policy
Ufficio Commerciale:
Via Tadino 20 – 20124 Milano
Tel.: 333 3707427

Progetto web
a cura di salotto creativo
Strada Acqui 11/B - 15121 Alessandria

salotto creativo media agency