Qualche tempo fa intervistarono il sindaco di una importantissima città italiana sui problemi del traffico che se la cavò con una certa abilità: “I cittadini devono smetterla di usare l’auto privata utilizzando al suo posto i mezzi di trasporto pubblico, come le tranvie, le metropolitane e le sopraelevate”. Finita l’intervista lo presi in disparte e gli chiesi: “Ma dove sono tutti questi mezzi di trasporto pubblico”? Risposta: “Non ci sono assolutamente, ma interrogato a riguardo qualcosa dovevo pur dire”. La stessa cosa avveniva qualche anno fa anche nelle fabbriche ove si lavoravano materie prime altamente tossiche. Agli operai veniva spiegato che, bevendo il latte, gentilmente ogni giorno fornito dalla stessa azienda che si preoccupava della salute dei lavoratori, ogni rischio di tossicità era annullato. Ed in pratica giochetti psicologici di questo tipo si ritrovano in ogni settore. E le tracce di questa cultura si vedono ancora oggi. Quando l’inquinamento atmosferico raggiunge livelli inaccettabili per la salute umana, il traffico viene ridotto, ed in alcuni casi persino bloccato, mentre la televisione si premura di esibire torme di persone che si muovono di corsa o vanno al lavoro in bicicletta. Il tutto, esattamente come il latte dei loro padri, dovrebbe salvaguardarne la salute. In realtà il farlo è una pura demenzialità ed indice di una sottocultura sanitaria degna di una tribù di pigmei. Correndo ed andando in bicicletta aumenta la domanda di ossigeno, ossia la respirazione. In tal modo quantitativi crescenti di aria inquinata finiscono nei polmoni in cui depositano le loro sostanze tossiche. Quando c’è l’inquinamento dell’aria occorre invece fare l’esatto contrario limitandone il più possibile il consumo. Un discorso analogo vale anche per le mascherine con cui si cerca di filtrare l’aria aspirata. In realtà le mascherine, che non trattengono i gas, le polveri sottili, i microbi e i batteri di qualsiasi genere, svolgono un’unica funzione: impedire che microscopici schizzi di saliva finiscano nell’aria quando si sternutisce ed anche quando si tossisce, aumentando così i rischi di contagio. Il dare alle auto la responsabilità di inquinamenti che in realtà non hanno è dovuto anch’esso a motivi inconfessabili. In particolare l’inquinamento è dovuto alla non applicazione delle vigenti leggi. Omissione che avviene sempre e solo con la complicità dei mezzi di controllo che, quando applicati, rendono l’atmosfera delle città industriali accettabile per la presenza dell’uomo. Ad esempio, abbiamo visitato le cinque raffinerie che circondano la città industriale di Ingolstadt in Germania, nota anche per la fabbricazione delle AUDI, il cui inquinamento massimo dell’aria è inferiore a quello minimo di Milano. E a questo punto una domanda: perchè per ottenere risultati civili ed accettabili sanitariamente, occorre sempre valicare le Alpi?
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