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PRIMO PIANO

ANCORA MORTE PER I CANI SEQUESTRATI A PAOLA LORENZETTI

31 Maggio 2016 admin_AG PRIMO PIANO 466

ANCORA MORTE PER I CANI SEQUESTRATI A PAOLA LORENZETTI

Alessandria (Andrea Guenna) – Rischia di trasformarsi in una strage quello che sta succedendo ai cani sequestrati il 19 aprile a Paola Lorenzetti, la generosa animalista alessandrina che ne ospitava 101 nella sua bella casa di campagna a Valle San Bartolomeo in attesa di assegnarli ai loro nuovi padroni che li stanno aspettando da un mese e mezzo. Erano stati in gran parte sottratti dalle grinfie di alcuni canili-lager che avevano decretato per loro un destino tremendo: o la morte o un viaggio all’estero per essere vivisezionati. Con la “complicità” di alcuni generosi “amici degli animali” che sono riusciti ad introdursi in quei canili, queste povere bestie sono state salvate e consegnate alla signora Lorenzetti, ma qualcosa non ha funzionato perché c’è stato quel sequestro compiuto su mandato della Procura della Repubblica di Alessandria che aveva ricevuto una denuncia da un signore di Monza, per cui sono intervenuti in forze agenti della polizia municipale insieme ai veterinari, ai tecnici dell’Asl ed del Sisp (servizio igiene e sanità pubblica) che li hanno portati via e piazzati in alcuni canili della provincia. Quattro di loro, subito dopo il trasferimento, sono morti, mentre gli altri sono ancora prigionieri dopo ben 43 giorni, alcuni pieni di zecche, altri molto malati, nonostante che siano stati richiesti ufficialmente da molti adottanti e che la fase di dissequestro sia effettiva e regolata da un’ordinanza sindacale.
La situazione è molto delicata e la stessa signora Paola Lorenzetti teme ritorsioni per cui, dopo che le hanno sequestrato anche la casa, e dopo essersi trasferita da sua madre, ora vive in incognito da un’amica che la ospita ormai da un mese. Data la situazione, il sequestro dei cani e dell’abitazione appaiono per lo meno affrettati in quanto l’animalista alessandrina stava predisponendo una serie di box per cani, come richiesto dalla stesa Asl Al, che avrebbe pagato grazie ad alcune cene di beneficenza per la raccolta fondi e, se si fosse atteso meno di un mese, i cani sarebbero stati in gran parte assegnati e la situazione sarebbe rientrata nella normalità.
Invece le cose sono andate diversamente e la vicenda si è trasformata in autentica tragedia che dura da quasi due mesi.
In una lettera che sarà messa in rete dal gruppo di sostegno di Paola Lorenzetti indirizzata alla sindaca d Alessandria Rita Rossa si legge che “quanto sta accadendo a seguito del sequestro dei 101 cani ad Alessandria del 19 aprile 2016, non rispetta nè tutela in alcun modo il benessere degli animali coinvolti [e] seguita a produrre danni psicofisici sugli animali, di cui quattro già deceduti nelle strutture e moltissimi vittime di malesseri e disturbi patologici evidenti di vario tipo”.
È  difficile capire quello che sta succedendo veramente anche perché, nonostante vi siano molte richieste di affido, i cani continuano a rimanere prigionieri nei canili, in condizioni molto precarie, assaliti dai parassiti come si può vedere nella foto sotto che ritrae un ciuffo di peli di un cane pieno di zecche. Zecche che, secondo molti testimoni, i cani non avevano quando erano ospitati a Valle San Bartolomeo.
Nella lettera si fanno nomi e cognomi e si sottolinea il fatto che la competenza in materia è proprio della sindaca insieme all’assessora Maria Teresa Gotta cui fa capo l’ufficio Tutela Animali del Comune di Alessandria, al dottor Giampiero Rizzola, responsabile del servizio veterinario area A – Sanità Animale e al dottor Franco Piovano dell’Asl Al, ai quali è delegata per legge la protezione e la tutela dei cani sequestrati, considerando che per una decina di loro ci sono già richieste di restituzione ai proprietari o adozione depositate “più che regolarmente a partire dall’ormai lontano 26 aprile, con procedure più volte inoltrate all’Ufficio Tutela Animali – sotto pubblichiamo copia di alcune richieste – in varie formule più o meno indicate dallo stesso ufficio, molte con invii in PEC e/o raccomandate con ricevute di ritorno, alcune addirittura con sostegno legale annesso, controlli preaffidi già avvenuti (da parte dell’amministrazione stessa), altri avvenuti e messi a disposizione con trasparenza e collaborazione da parte di più circuiti animalisti accreditati, con la sola volontà di interrompere questo stillicidio ove ce ne sia la concreta e attendibile possibilità”.
Fatto sta che dopo 43 giorni, a causa di lungaggini burocratiche, blocchi inspiegabili dei cani prigionieri dei vari canili oltre a ponti e ferie (la signora Roberta Taverna è attualmente irreperibile perché, pare, sta “facendo” il ponte del 2 Giugno), si sono bloccate le uscite.
Per quanto riguarda poi il canile “I Quarti” di Fresonara, la struttura che, stando alle testimonianze di molti animalisti alessandrini, non avrebbe aperto al pubblico negli orari indicati, con 17 cani sequestrati al suo interno, altri 10 cani sono stati trasferiti altrove e da allora non è più uscito nessuno, sebbene lo spostamento avesse per lo meno dovuto garantire salute, visibilità e quindi adozioni per tutti i cani in custodia. Intanto le spese continuano a salire, imputate ai proprietari che aspettano ancora la restituzione dei loro cani.

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