MA QUALE ACCOGLIENZA: GLI DEI NON SONO TUTTI UGUALI, NOI CRISTIANI NE ADORIAMO SOLO UNO E GLI ALTRI SONO SOLO INFEDELI DA CONVERTIRE –
Mentre la chiesa e i preti predicano l’accoglienza, ci si dimentica che noi cristiani adoriamo l’unico Dio, e suo figlio Gesù, Dio fatto uomo, generato e non creato (quindi non è un Eone come vorrebbero certi gnostici), mentre Yahweh e Allah sono un’altra cosa, dei anche loro, ma non vero Dio. Sono forse degli Elohim, cioè “dipendenti diretti” dell’Altissimo, a libro paga come Satana, il nostro “sparring partner”, ma non sono Dio. San Paolo scrive: “E in realtà, anche se vi sono cosiddetti dei sia nel cielo che sulla terra, e difatti ci sono molti dei e molti signori, per noi c’è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo per lui” (Lettera ai Corinzi 1; 8: 5,6).
E invece i nostri preti, che sono in gran parte impreparati, interpretano l’accoglienza come accettazione supina della religione degli altri, cioè dei pagani, di chi crede in dei secondari e non in Dio. Un Dio solo cristiano e non anche degli ebrei (altro errore marchiano dell’alto magistero della Chiesa), dimenticando che noi cristiani siamo dei combattenti in nome di Cristo e il nostro compito è innanzi tutto quello di evangelizzare: “Né ci vantiamo indebitamente di fatiche altrui, ma abbiamo la speranza, col crescere della vostra fede, di crescere ancora nella vostra considerazione, secondo la nostra misura, per evangelizzare le regioni più lontane della vostra, senza vantarci alla maniera degli altri delle cose già fatte da altri” (San Paolo; Lettera ai Corinzi: 2-15).
Così finisce che, mentre i nostri missionari per evangelizzare gli infedeli sono fatti a pezzi col machete, i nostri preti ignoranti accolgono fraternamente i loro carnefici, dimenticando che il perdono può darlo solo chi è stato offeso e non un altro per lui.
Per quanto riguarda gli ebrei, inoltre (che non sono per niente nostri fratelli maggiori), il loro dio Yahweh, nel Vecchio Testamento è descritto come un essere in carne ed ossa che dimorava insieme agli adam (sumeri-ebrei), prima nell’Eden, poi nel deserto durante la fuga dall’Egitto e poi nel Tempio costruito da Salomone. Addirittura si legge che “il dio degli ebrei” era vivo e mangiava tutti i giorni, pretendendo che fossero i sacerdoti, cioè i suoi camerieri, a toccare il cibo che gli portavano. E lo accudivano. Nel testo masoretico (l’unico che sta in piedi delle quasi duemila versioni del Vecchio Testamento) si legge: “Yahweh disse a Mosè: devi dire ad Aronne che nessuno della tua discendenza che sia portatore di un difetto dovrà mai portare il nutrimento a me… né un cieco, né uno zoppo, né uno che abbia una qualche mutilazione o malformazione, né uno che abbia difetti ai piedi o alle mani, né un gobbo, né un nano, né uno che abbia una malattia agli occhi o sia affetto da scabbia o da piaghe purulente o uno che abbia i testicoli ammaccati… chi ha un difetto non si avvicini all’altare” (Lev.: 21; 17).
E si deduce che questo Yahweh sia un tipetto schizzinoso, viziato, che disprezza gli uomini, che non li abbraccia nonostante le loro ferite e le loro malattie come hanno sempre fatto e fanno i santi cristiani, una su tutti, Madre Teresa di Calcutta.
Non parliamo di Allah che, a sentire quanto ci tramanda Maometto, è un carnefice e, ci sia consentito, un criminale di guerra che predica solo massacri e vendette. Come lo stesso Yahweh, un altro criminale di guerra. È curioso notare, a questo proposito, che nel 2001 i talebani hanno fatto saltare in aria i Budda di Bamiyan, statue alte 53 e 35 metri, scavate nella roccia. Pochi mesi fa i miliziani jihadisti dello Stato Islamico hanno distrutto l’Arco di Trionfo di Palmira, simbolo dell’antica città siriana. Tutto il mondo ha criticato tali incomprensibili atti vandalici. Ma Yahweh ordinò a Mosé: “…distruggerete i loro altari, spezzerete le loro steli e taglierete i loro pali sacri. Tu non devi prostrarti ad altro Dio, perché il Signore si chiama Geloso: egli è un Dio geloso. Non fare alleanza con gli abitanti di quel paese, altrimenti, quando si prostituiranno ai loro dei e faranno sacrifici ai loro dei, inviteranno anche te: tu allora mangeresti le loro vittime sacrificali. Non prendere per mogli dei tuoi figli le loro figlie, altrimenti, quando esse si prostituiranno ai loro dei, indurrebbero anche i tuoi figli a prostituirsi ai loro dei. Non ti farai un dio di metallo fuso” (Esodo 34,13-17). Quale la differenza fra i due carnefici? Allah e Yaweh?
Per questi motivi i preti, invece di parlare sotto voce, con un sorriso falso ed il collo torto, e invece di compiere errori imperdonabili per un Sacerdote, dovrebbero stamparsi nella testa le Lettere di San Paolo per tornare sulla retta via: “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita” , ricorda il nostro confratello Dante Alighieri.
Dobbiamo convertirli gli infedeli, prima di accoglierli.
Ad Maiorem Dei Gloriam.
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