Alessandria (Andrea Guenna) – Lo scandalo su “Riscaldopoli”, che vede coinvolti qualche gestore di impianti di riscaldamento e qualche compiacente amministratore di condominio, non si ferma. Dopo che noi di Alessandria Oggi (come al solito in beata solitudine) abbiamo “scoperchiato il pentolone”, aumentano le denunce da parte degli alessandrini che ritengono di essere vittime di raggiri per la gestione calore degli immobili dove vivono e per l’acquisto delle relative caldaie. Ieri un condòmino d’uno stabile di Via Lanza ha presentato l’ennesima denuncia contro un amministratore di condomìnio e contro Veronese di Via Bagliani 78, una ditta operante nel settore del riscaldamento e della climatizzazione, in quanto, secondo lui, sarebbero legati da un accordo per cui i condomìni sarebbero stati indotti a versare, al termine del periodo pluriennale di conduzione degli impianti, 124.000 euro quale prezzo della caldaia. Gli è che il nuovo amministratore ha fatto valutare la caldaia, scoprendo che il suo vero prezzo sarebbe invece di 60.000 euro, meno della metà. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, mi preme evidenziare che, finalmente, tra gli amministratori stanno spuntando i “pentiti” e i delatori, i quali, anche se per ripicca o interesse personale, iniziano a rompere il muro di omertà che ha sempre circondato questa consorteria del malaffare. La categoria dei “delatori” è particolarmente utile nonostante siano spesso qualificati con dispregio come “infami”, ma questo è il punto di vista dei malavitosi. Per chi scrive, che è sempre in trincea come ben sanno i nostri lettori, invece sono solo pentiti che vogliono liberarsi di un peso sulla coscienza e sono persone di cui la società civile non può fare a meno. Sono i nostri “informatori” di cui si avvalgono anche le forze dell’ordine e l’Intelligence per garantire la sicurezza di tutti. Perché sono loro che consentono di sventare un attentato terroristico, o che fanno trovare cinquanta chili di “Bamba” in sacchetti di plastica nascosti, per esempio, nel gasolio di un Tir. Se no chi si sognerebbe di fermare un camion e smontargli il serbatoio per vedere se è pieno di sacchetti di cocaina? Ben vengano quindi i pentiti e i delatori che danno un contributo determinante a bonificare la palude in cui siamo finiti in Alessandria come anche in altre realtà. Noi ne conosciamo qualcuno di cui non sveleremo mai il nome, neanche sotto tortura. E loro lo sanno, per questo si fidano e ci danno una mano. Intanto andiamo avanti: da cronisti “scoviamo” le truffe e passiamo il testimone ai giudici.
Funziona così, a Dio piacendo.
Riscaldopoli: si rompe il fronte del silenzio, spuntano i primi “pentiti”
