di Cichinisio – In un colpo solo l’Alessandria nella partita contro la Viterbese, oltre naturalmente tenere a debita distanza le inseguitrici e polverizzare ogni record di rendimento, ha zittito gli immancabili brontoloni (eufemismo) di casa nostra i quali, a corto di argomenti, ci volevano far credere che questa squadra senza Gonzalez (nella foto di La Presse) è poca cosa e che comunque “ non gioca un calcio affascinante “ o, quanto meno, spesso “ non gioca bene “. Contro la Viterbese i Grigi hanno offerto una prova indimenticabile mentre a Meda contro il Renate la partita è stata di qualità modesta ma dominata da cima a fondo, o quasi. Nelle ultime due prove Gonzalez non ha fatto centro e abbiamo fatto 5 gol lo stesso, in compenso ha messo come sempre la sua tecnica squisita al servizio del collettivo (cosa peraltro ammessa dal Manuale del Calcio) e, se il gioco espresso dai Grigi contro i laziali, a parte le singole giocate o in fase di possesso e di non possesso, è stato di qualità stratosferica in rapporto alla categoria di militanza quello contro i nerazzurri meno. Il Pampero comunque è stato ingaggiato in estate per fare quel che sta facendo. La sorpresa, almeno per alcuni, è stata che non si è rivelato un bidone come ad esempio Iunco o Loviso, ma che volete: ad Alessandria i nostri dirigenti, noti per le loro spiccate doti di autolesionisti, qualche volta si “sbagliano” pure loro. Differenze fra l’uno e gli altri finti giocatori? Che certi scribacchini l’anno passato si chiedevano come mai quelle due delusioni dai nomi e carriere altisonanti su citate (Iunco e Loviso) non giocassero mai, adesso invece si chiedono come sia possibile che il Cartero abbia un rendimento superiore alle più rosee aspettative. Provo a dare una risposta: l’argentino infatti, al contrario di quei due, è uomo e giocatore vero, si allena molto, parla poco e si sta conquistando la corona di leader giocando e non raccontandola a giornalisti o portando in birreria certi tifosi. Semplice da dire, ben più impegnativo da fare. Certamente poi le doti tecniche di Pablo sono indiscutibili ma non crediate che quelle a disposizione di altri top player dell’attuale Legapro siano poi tanto inferiori: stavolta è il professionismo ed il contesto a fare la differenza. Vorrei però citare altri giocatori mandrogni che in questo primo scorcio d’annata stanno rendendo al meglio. Cominciando da Vannucchi il quale è stato fino adesso impeccabile e che, con alcune parate, ha indirizzato certe partite nel solco giusto. Passerei poi a Gozzi, che nel precampionato l’abbiamo visto legnoso ed involuto poi, a condizione acquisita, si è rivelato il difensore centrale giusto per questa squadra e le sue ambizioni. Adesso arriviamo al personaggio che è il cuore pulsante di questo collettivo: Cazzola. Parliamo di un centrocampista sempre nel vivo dell’azione, abituato a prendersi responsabilità, votato al sacrificio, irriducibile e silenzioso, una presenza fatta di sostanza e di carattere. E visto che di Gonzalez abbiamo già parlato voglio dar menzione di alcuni giocatori che giocano poco ma che, quando sono chiamati in causa, offrono rendimenti impressionanti e sono Nicco, Fischnaller e Marconi. Di Braglia parleremo poi ma una cosa la vorrei dire adesso: dal primo giorno di ritiro è partito con un progetto tecnico ben chiaro e lo sta sviluppando con sagacia e puntualità, rivelandosi, anche su una piazza come questa poco avvezza a riconoscere l’erba che fa il grano, un autentico uomo di calcio. Ciò detto voglio ringraziare la dirigenza, il settore tecnico e la squadra perché, domenica scorsa contro la Viterbese, emozioni a parte, ci hanno regalato una partita di una qualità alla quale, almeno in Serie C, è raro poter assistere. E nei complimenti cito pure la Viterbese che, squadra vera, ha contribuito a dar vita ad un match difficilmente eguagliabile per qualità ed intensità in questi campionati. E attendo fiducioso che la Cremonese e il suo Maestrino, una volta tanto, faccia quello che ha fatto l’Alessandria domenica scorsa al Mocca, perché, a rubar partite, sono secondi a pochi.