Novi Ligure (Franco Traverso) – Da cronista mi capita a volte di dover ringraziare il destino per aver reso possibile l’esistenza della Novi di oggi, che è molto diversa dalla Novi di ieri, per il semplice fatto che sono arrivati loro, i trinariciuti, che l’hanno distrutta, hanno lobotomizzato i novesi residenti, hanno fatto scappare gli altri ed hanno premiato gli ultimi, nella più squisita tradizione bolscevica. Ringrazio il destino perché, in forza di tutte queste cose, da Novi mi giungono notizie a iosa, nessuna delle quali, o quasi, è da scartare. Purtroppo le buone sono molto poche e stavolta mi tocca scrivere della cancellazione, a partire dal 15 gennaio 2017, cioè fra poco più di due settimane, di quasi tutti gli Intercity che fermano da queste parti. Rimarranno soltanto due convogli: l’Intercity 500 delle 7,41 diretto a Torino e l’Intercity 519 delle 19,16 diretto a Genova. Tutto ciò, nonostante l’attività dei comitati dei pendolari che se non ci fossero non cambierebbe molto in quanto le Ferrovie Italiane fanno sempre quello che vogliono e si ha l’impressione che gli vada bene il fatto che esistono quei comitati coi quali fanno finta di trattare, tenendo così a bada la rabbia dei pendolari, per poi non cambiare niente.
Anzi, per poi peggiorare la situazione se conviene alle ferrovie che, come se non bastasse, per quei due Intercity hanno indolentemente pubblicato due cose diverse, nell’orario ferroviario cartaceo dove l’intercity 500 non c’è, mentre compare sul loro sito online.
E così la patria dei pendolari è rimasta senza treni veloci in quanto non si fermano alla stazione ma sfrecciano ignorando che intorno a loro esiste una città-dormitorio di 30.000 abitanti, sferragliando sopra il suo centro storico. Un altro smacco a questa giunta di sinistra – anche da queste parti sinonimo di accozzaglia di incapaci – che da un lato ha concesso tutto ciò che poteva concedere per insediare un cantiere di Cociv (Terzo Valico) in cambio di alcune opere pubbliche, ma dall’altro sta danneggiando la città e i suoi abitanti che, come tutto il mondo sa, per lavorare e per portare a casa la zuppa devono viaggiare perché qui il lavoro non c’è, e che, per di più, si vedono togliere molti treni veloci diretti a Genova e a Torino, le due mete principali.
In sostanza ai politici novesi, che sono in gran parte ignoranti come molti loro fedeli dipendenti comunali (il prossimo sindaco di destra dovrà farne fuori parecchi se vorrà gestire bene la cosa pubblica) interessa tirare a campare tentando maldestramente di mettere in pratica il pensiero giuliano per cui è meglio che tirare le cuoia. Con la differenza che qui, non essendo in grado di imitare il maestro, invece di campare tirano le cuoia. O meglio, le fanno tirare ai novesi.
E i risultati si vedono, sono sotto gli occhi di tutti. Novi è morta, come la Novese, ma in compenso questi reggitori della cosa pubblica cementificano la città a spese di Cociv che deve finire il Terzo Valico per le Ferrovie. Una volta c’era lo psiconano palazzinaro, ora c’è Cociv, ma la sostanza non cambia.
Il rospo del Terzo Valico sarà fatto digerire ai novesi proprio in forza d’un contratto firmato da Cociv e dai Comuni di Novi e Serravalle Scrivia ai quali saranno regalate strade, rotonde e opere pubbliche in genere in cambio dell’insediamento di maxi cantieri devastanti per i loro rispettivi territori.
Della serie: noi ti mandiamo in vacca il Comune ma ti regaliamo qualcosa per farci perdonare.
Naturalmente Legambiente, l’associazione ambientalista di Carlo De Benedetti, tessera n. 1 del Pd, che paga le tasse in Svizzera, non dice niente… Per forza, come si fa ad andare contro i propri interessi visto che questo capolavoro di accordo è stato architettato proprio dal Pd?
Il protocollo prevede un cadeau di 22 milioni di euro a Novi e 11 a Serravalle, per i lavori a compensazione dell’impatto per la costruzione del mostruoso tunnel ferroviario, sottoscritto poco tempo fa in prefettura ad Alessandria tra i sindaci Rocchino Muliere (Novi) e Alberto Carbone (Serravalle), il commissario di Governo Iolanda Romano e i funzionari di Rfi. E anche qui i novesi hanno fatto la figura dei minchioni perché, se a Serravalle hanno riconosciuto un risarcimento di 11 milioni avendo 6.000 abitanti, a Novi che di abitanti ne ha circa 30.000 il risarcimento avrebbe dovuto essere di 55 milioni.
Otto mesi di tempo per la progettazione delle opere di compensazione che saranno iniziate entro la fine del 2017. Parte del progetto è a cura del Comune e il resto a carico di Rfi, e per Novi si articola in cinque punti: la tangenziale Novi – Pozzolo (proposta dal nostro direttore Andrea Guenna nel 1990 quando era consigliere comunale del PLI…, ma allora se la pagava la città senza dovere niente a nessuno), un parcheggio a due piani in Via Pietro Isola ricavato nei vecchi locali del macello civico per una capacità di 389 auto, il sottopasso che metterà in comunicazione la stazione con Via San Giovanni Bosco, una rotonda in Piazza XX Settembre (proposta nel 1990 dal consigliere comunale del Msi Aimone Quattordio), il sottopassaggio pedonale che unirà Via Giacometti a Via Garibaldi (proposto sempre dal nostro direttore Andrea Guenna quando era consigliere comunale del Pli nel 1990), il potenziamento dello scolmatore del Rio Gazzo (proposto a più riprese dai consiglieri comunali del Pli Cesare Simonassi e Renzo “Papino” Fossati nel 1975).
Tutto ciò mentre la sedicente sinistra novese sia, a parole, contro il Terzo Valico e appoggi i contestatori con la costante presenza dei soliti compagni – un po’ frusti per la verità – alle sfilate primaverili con tanto di striscioni, famiglie festanti al seguito e pargoletti con in mano deliziosi palloncini colorati.
Cinema, solo cinema e niente più.
Così mentre loro sfilano, gli altri continuano a lavorare per fare un tunnel che costa, per ora, 6,2 miliardi di euro, cioè cinque volte quello che si pagherebbe in qualsiasi paese civile del mondo, un tunnel che, oltre tutto, non serve a niente. Si prevede che, grazie al maxi cantiere della Pieve, i signori di Cociv, il general contractor che è finito nel tritacarne della giustizia per vari reati, fra cui la corruzione, potranno scaricare in città qualcosa come mezzo milione di metri cubi di smarino e amianto.
E i novesi che devono prendere il treno per andare a lavorare tutti i giorni e tornare a casa tutte le sere dopo aver lavorato, si arrangino pure.