La maleducazione è dura a morire –
Ho scritto a innumerevoli politici locali e nazionali, all’attuale Sindaco in fase di campagna elettorale, ho scritto al Piccolo che bontà sua ha pubblicato la mia lettera suscitando il risentimento della controparte della quale vi scrivo qualche riga più sotto (han tentato di chiamarmi via Whatsapp, telefono normale…).
Innumerevoli telefonate al Comune dove pare sia tutto in mano all’Ing. Neri che, nonostante abbia un numero sul sito web del Comune (0131515326), a quel numero non risponde mai nessuno.
Gli ho scritto una email , anche qui nessuna risposta: a questa gente Ustica gli fa un baffo.
Vi sono casi più eclatanti come a Napoli dove i residenti sono scesi in strada con i megafoni, ma anche qui ad Alessandria ora ci diamo da fare.
Io abito nel quartiere Galimberti dove, come saprete, vi è il circolo “La Familiare” e questo nome fa già intuire il tipo di locale che era stato finora.
Abito in Alessandria in Via Boves 16 dal 2003, e finora non vi erano stati problemi con il circolo la Familiare: nelle serate precedenti i giorni di festa spegnevano tutto alle ore 1, alla domenica a mezzanotte silenzio; in genere si trattava di liscio, che non è che mi piaccia, ma dati gli orari non era un problema.
Mi è sembrato un compromesso accettabile tra le esigenze di riposo dei cittadini e chi vuole passare una serata.
Invece nelle serate del 1 giugno e del 9 si è protratta la musica ad altissimo volume di quei nuovi orrendi generi chiamati “HipHop”, “Reggaeton” et similia, fino alle 3:30 di notte.
Come se non bastasse, un’orrida cacofonia per cui ci vuole coraggio a definire musica, apprezzata da una gioventù con il cappello girato all’indietro che non capisco più, tutta gente che non ha la più pallida idea del concetto di educazione e di rispetto del prossimo (che vorrebbe dormire).
Ha ragione lo psicologo Crepet quando definisce la movida un “condono educativo permanente”.
La notte del 1 giugno ho scritto una email all’ indirizzo PEC del Comune e una al Piccolo alle 3:25 di notte dopo aver chiesto l’intervento dei Vigili.
In settimana mi aveva contattato dal numero 0131515338 una signora del Comune la quale mi ha spiegato che hanno fatto una multa alla Familiare in quanto l’orario concesso è fino alle 3 (!), mi ha informato che si è mosso a proposito uno dei Vigili che abita in Via Don Giovine, che quelli della Familiare hanno investito un sacco di soldi in un meccanismo che dovrebbe concentrare il suono sulla pista e al di fuori non si sente nulla, ma mi sembra che non sia così: la notte del 9 ho di nuovo telefonato ai Vigili visto che arrivava alle 3:15 Vasco Rossi a palla (altra multa alla direzione della Familiare).
Ora sono ligi, alle 3 spengono.
E annunciano, bontà loro, che almeno fino al 23 non ci sono (non oso pensare ai decibel del 23 sera, meglio che mi cerchi una stanza in un B&B in campagna).
I Vigili affermano che questi avrebbero il permesso di fare baccano fino alle 3 tutte le sere: se fosse vero siamo alla follia istituzionale.
In seguito alla mia lettera aperta al “Piccolo” e pubblicata dallo stesso, mi ha contattato gente delle vie vicine che lamenta vibrazioni ai muri.
Ora, mi sono permesso di fare qualche ricerca, ad esempio: http://www.sentenze-cassazione.com/immissioni-rumore-diritto-riposo-notturno/, http://www.studiocataldi.it/articoli/19195-rumori-molesti-e-schiamazzi-notturni.asp, http://www.fonoisolamento.it/art-659-codice-penale.html, dalle quali mi risulta che tale attività sia un tantino illegale, anche se trasmettessero musica decente.
Del resto queste situazioni sono frutto della demenziale liberalizzazione degli orari di apertura dei pubblici esercizi che va bene per studenti e la generazione dei voucher ma non per chi si deve alzare alle 7, arriva a lavorare già stanco, nervoso e con il mal di testa per non aver dormito.
Per questo vorrei sapere la vostra posizione a proposito.
Saluti,
Roberto Alessi.
Gentile lettore, esiste un principio liberale, mutuato da Kant, che fa più o meno così: la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri. È un principio semplice semplice ma estremamente efficace che, se tutti rispettassero, si vivrebbe molto bene nel pieno rispetto reciproco. Purtroppo oggi questo principio, come molti altri della sana tradizione popolare di un tempo, è stato travolto dalla nuova “civiltà” imposta dal pensiero comune, in totale assenza di regole, per cui vige la legge del più forte. Siamo alla barbarie. Per questo pubblichiamo volentieri la sua lettera e la sottoscriviamo in toto. Anche se ci dispiace molto che un principio ovvio come quello del rispetto reciproco e della civile convivenza debba essere difeso con forza col rischio di essere additati come miopi conservatori senza comprensione. Siamo arrivati al punto che l’ovvietà è diventata eccezione e ci piace citare Chesterton quando scrive: “Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”, mentre ci chiediamo preoccupati cosa fanno le o gli insegnanti, visto che a scuola non si va solo per studiare ma anche per imparare la buona educazione.
Siamo d’accordissimo con lei e restiamo a disposizione, anche se temiamo che la nostra sia una battaglia persa.
Con viva cordialità.
La redazione.