Alessandria (a.g.) – La presenza della zanzara tigre è in aumento in molte zone d’Italia ed ora che sta finendo l’estate si fanno i conti con un fenomeno forse sottovalutato. Secondo dati attendibili, tra le province più colpite dal proliferare incontrollato di questo insetto, rientra anche la nostra, la più bersagliata in tutto il Piemonte, seguita da Asti, Novara, Vercelli, Cuneo, Torino e Verbano-Cusio-Ossola. La sua puntura può portare a contrarre la chikungunya, una malattia virale che dà sintomi simili a quelli dell’influenza, in alcuni casi con forti dolori articolari e altre complicazioni. I primi casi in Italia furono registrati nell’estate del 2007 in Emilia-Romagna, con un’epidemia che portò ad almeno 130 infezioni. Il virus era stato trasmesso principalmente dalla zanzara tigre (Aedes albopictus), con esemplari che avevano morso persone infette e avevano poi trasferito il virus mordendone altre fino ad allora sane. Contro la chikungunya lo strumento migliore da usare è la prevenzione che si ottiene soprattutto bonificando le aree dove si concentrano le zanzare (le acque stagnanti, per esempio). Questo intervento era stato avviato dalla giunta di centrosdestra guidata dal sindaco Piercarlo Fabbio (2007 – 2012) ma inspiegabilmente la giunta successiva di sinistra con sindaca Rita Rossa aveva interrotto il trattamento.
“Sapevamo esattamente – ci ha detto Piercarlo Fabbio al telefono – che investire risorse sulla lotta integrata alle zanzare fosse tutt’altro che uno spreco. La zanzara tigre, che oggi tutti riscoprono per i casi di chikungunya registrati in Italia, era una nostra emergenza perché alla fine del 2010 riscontrammo che si stava spostando dal tortonese verso Alessandria ed occorreva intervenire”.
Avendo abbassato la guardia per il totale disinteresse della giunta di sinistra e della Regione, il fenomeno ha fatto registrare una recrudescenza.
“Con l’assessore Gabrio Secco – ha ricordato Piercarlo Fabbio – seguimmo le indicazioni di Ashgar Talbalaghi (un esperto iraniano; ndr)) e del suo gruppo, che operava nell’ambito di un consorzio temporaneo di Comuni, fondato a suo tempo dal sindaco di Basaluzzo Gianfranco Ludovici. Istituimmo anche un gruppo di valenti operatori di campo che si occupavano del problema e che ebbero poi sede presso l’AMIU”.
Ipla, il consorzio dei comuni alessandrini per la lotta alla zanzara tigre, aveva investito 456.000 euro di cui circa un terzo conferiti dal Comune di Alessandria, mentre la Regione Piemonte aveva messo a disposizione 7 miliardi di euro che oggi si sono ridotti a circa 1,2 miliardi.
“Ciò che ritengo essere di maggiore interesse – ha spiegato Fabbio – è la firma della ‘Carta Internazionale di Alessandria sulla Chikungunya’ che anticipò largamente le preoccupazioni di oggi e fornì importanti modalità d’intervento. Ma, come al solito, cambiato il sindaco, la spesa fu dichiarata scellerata, come del resto tutte le altre, senza nessuna distinzione, per il vezzo dei mediocri farlo senza conoscere le cose, così come quello di dire bugie, e terminò la lotta del Comune di Alessandria alle zanzare. Oggi i Comuni rimasti nel Consorzio che validamente reggono l’impegno, si rapportano con l’Ipla, che a sua volta si è vista ridurre drasticamente le risorse dalla Regione Piemonte. Speriamo almeno che l’attenzione dei media faccia ragionare i nuovi amministratori sull’importanza che ha lo spendere risorse economiche sulla prevenzione della salute pubblica”.
L’11ottobtre del 2010 s’era tenuto nella cittadella di Alessandria un convegno sull’argomento dal titolo molto eloquente “Rischi sanitari delle zanzare” al quale erano intervenuti esperti di tutto il mondo. Stranamente la stampa non aveva dato il dovuto risalto all’importante evento su un tema oggi così scottante. Quel giorno, era l’11 ottobre, il convegno si era aperto col saluto del sindaco di Alessandria Piercarlo Fabbio e dell’assessore provinciale Lino Rava, ai quali hanno fatto seguito gli interventi dei maggiori esperti mondiali sul tema fra i quali Asghar Talbalaghi responsabile scientifico e tecnico per il controllo della zanzara nell’alessandrino (30 Comuni in Provincia di Alessandria) che ha inserito la nostra tra le aree colpite dalla zanzara tigre. Già nel 2008 era stata firmata la cosiddetta “Risoluzione Alessandria”, gestita dal gruppo di ricerca ambientale diretto da Asghar Talbalaghi in ambito Amiu, che prevedeva la costituzione di una stazione sperimentale permanente, unica al mondo, per cui la nostra città avrebbe dovuto essere il Comune guida del progetto. Ma con la caduta della giunta del sindaco Fabbio non se n’è fatto più niente.
Oggi il problema si ripresenta ma i ritardi accumulati hanno impedito di tenerlo adeguatamente sotto controllo.
Dopo la Giunta Fabbio nessuno s’è più preoccupato di prevenire la chikungunya e la zanzara tigre è tornata più forte di prima
