Tortona (Maria Ferrari) – Nonostante la clausola di salvaguardia sociale inserita dal Comune di Tortona nel bando per l’affidamento degli asili nido comunali, la Curia di Tortona, che si è aggiudicata la gara tramite l’Odpf “Santachiara”, ha licenziato, poco cristianamente e senza giusta causa, sei delle nove operatrici assunte nell’arco di otto anni dalla cooperativa Azimut che gestiva gli asili nido “Arcobaleno” di Via Trento, il micro nido “Mary Poppins” di Viale Kennedy e il micro nido “Sarina” di Viale De Gasperi. La decisione presa dalla Curia è inaccettabile soprattutto perché fra le condizioni del bando di gara era richiesta esplicitamente la “garanzia dei livelli occupazionali” e previsto l’inserimento di “clausole sociali” per cui si obbligava chi avesse vinto “ad applicare integralmente tutte le norme contenute nel contratto collettivo di lavoro riguardante i lavoratori occupati”. Ma la Curia vescovile di Tortona tramite l’Odpf ha confermato soltanto il personale che riteneva necessario, lasciando a casa quanti considerati in esubero. I sindacati hanno gridato allo scandalo denunciando il mancato mantenimento dei livelli occupazionali, ed il trattamento economico dei dipendenti ritenuto inaccettabile perché i nuovi contratti hanno un monte ore maggiore ed uno stipendio più basso. A rimanere senza lavoro sono state tre addette alle pulizie e due educatrici assunte part time per sostituire un’assenza per maternità, oltre alla coordinatrice, ruolo considerato “fiduciario” del precedente gestore. La vicenda ha destato molto scalpore in città anche perché proprio da chi predica la solidarietà non ci si sarebbe mai aspettati un atteggiamento così punitivo nei confronti dei dipendenti. “Noi difenderemo il nostro posto d lavoro – ci hanno scritto le lavoratrici licenziate dalla Curia – peraltro tutelato dalle norme di legge e dalle delibere del Comune di Tortona, perché lavoriamo per vivere, perché abbiamo necessità di ricevere lo stipendio per mantenere o partecipare al mantenimento della famiglia. La nostra – si legge ancora nella nota – non è una pretesa, ma un diritto e per questo stiamo lottando e faremo quel che ci è possibile per affermarlo, fino in fondo”.
Abbiamo telefonato in Curia ma dopo ben sei chiamate consecutive alle quali non ci è stato risposto (hanno preso la linea e poi hanno chiuso) abbiamo parlato con qualcuno piuttosto scocciato che non sapeva niente e ci ha detto di chiamare il Santa Chiara.
Abbiamo telefonato al Santa Chiara a Voghera e per ben cinque volte ha squillato il telefono ma qualcuno prendeva la linea e buttava subito giù.
Dalla Curia non si sa niente, dal Santa Chiara nemmeno, alla faccia della trasparenza e della buona educazione.
Ecco il nuovo corso del vescovo Vittorio Viola (nella foto web).
Preti, non consideratevi in una botte di ferro, perché dice il Signore: “Ora a voi questo monito, o sacerdoti: se non mi ascolterete e non vi prenderete a cuore di dar gloria al mio nome […], manderò su di voi la maledizione e cambierò in maledizioni le vostre benedizioni. Anzi le ho già maledette […]” (Malachia 2; 1).
La Curia di Tortona licenzia senza giusta causa: è questo il nuovo corso del vescovo Vittorio Viola?
