Alessandria (Max Corradi) – Non riesco a capire come si possa ancora parlare di logistica ad Alessandria quando ormai gli operatori del settore, Maersk in testa, hanno abbandonato l’inutile porto di Genova per approdare a Vado e passare per l’interporto di Orbassano alla volta di Novara e di Rotterdam. Lo stesso Fabrizio Palenzona, che fu il primo a rilanciare l’idea del Terzo Valico, ha ammesso pubblicamente che la grande opera è ormai inutile. Ricordo che lunedì 20 luglio 2015 il “Gigante di Pozzolo” prendendo la parola al convegno romano sulle Infrastrutture promosso dal gruppo Pd della Commissione Trasporti di Palazzo Madama, presenti il ministro Graziano Delrio, i vertici delle Ferrovie e i grandi nomi della logistica italiana, ha avuto modo di dire che costa troppo e ormai non è più da fare. La sua tesi è quella per cui “se non si decide che il porto di Genova deve competere con quello di Rotterdam” e non si lavora concretamente in questa direzione “il Terzo Valico ferroviario non serve a niente”.
Ma il sindaco di Alessandria Professor Marchese Gianfranco Cuttica di Revigliasco (se non lo chiami così non si gira) giorni fa è andato a Roma per discutere della cosa col ministro Delirio nel tentativo di convincerlo del fatto che Alessandria, se si prende i detriti di scarto, merita un risarcimento e deve prendersi anche delle opere per il rilancio, per esempio, dello scalo ferroviario con relativo potenziamento della linea per Milano (se ne parla da cinquant’anni). Tutto bene anche se la vexata quæstio si basa su un errore di fondo che è allo stesso tempo causa ed effetto di tutta la vicenda. Insomma, se non si facesse il Terzo Valico, non ci sarebbe il problema dello smaltimento dei detriti e delle opere compensative. Il tutto sembra studiato per pompare soldi (i nostri, perché, a differenza della Tav che è finanziata in gran parte dall’Europa, il Terzo Valico ce lo paghiamo tutto noi) che andranno a chi costruisce il tunnel ed alle città vittime di questa scelleratezza. È un po’ come se le case farmaceutiche distribuissero vaccini nocivi per cui ci si ammala e si devono acquistare medicine da loro vita natural durante per sopravvivere, così guadagnano due volte.
“Noi abbiamo diritto ad una compensazione per questa opera e per i disagi che porta al territorio”, ha detto Cuttica, che ha finito per parlare di logistica. E qui, ripeto, faccio davvero fatica a capirlo in quanto la logistica ormai ha preso la via di Orbassano per il Nord Ovest e di Trieste per il Nord Est. Ma di questi temi, per l’ennesima volta, s’è parlato anche all’ultimo consiglio comunale di mercoledì 20 dicembre nel dibattito su un ordine del giorno del Movimento 5 Stelle a proposito della pericolosità dei rifiuti e dell’inutilità dell’opera che, oltre tutto, costa tra i sei e sette miliardi.
Letteralmente buttati via.
E io pago.