Novi Ligure (Franco Traverso) – Mia nonna amava ripetere che tutti i nodi vengono al pettine. Proprio come nella vicenda che riguarda il servizio di nettezza urbana di Novi e Tortona. In questa storia il Pd, ça va sans dire, negli ultimi tre anni si è “spaccato” a ripetizione addirittura a livello provinciale soprattutto in occasione della gara di assegnazione del servizio del giugno 2016. Infatti, dopo la fusione di Asmt con Atm, confluite in Asm Voghera socia di Gestione Ambiente (società di raccolta rifiuti di tortonese e novese) insieme a Iren, le società 5 Valli (Terre del Giarolo con Volpedo e Sarezzano) ed Econet (ovadese e novese) si sono smarcate da Gestione Ambiente acquistandone le quote (oltre 450.000 euro per Econet e circa 150.000 euro per 5 Valli). In forza di questa operazione congiunta le due società di raccolta rifiuti sono diventate pubbliche e hanno dato vita, nelle rispettive aree, a due “sottoambiti” territoriali.
D’Ascenzi, il grande sconfitto
Grande sconfitto è stato l’a.d. e direttore generale di Acos S.p.A. di Novi Ligure, già presidente di Gestione Ambiente, Mauro D’Ascenzi (nella foto) che non ha gradito il distacco di Econet (acquese e ovadese) e 5 Valli (Val Curone, Grue, Ossona e Borbera, con Volpedo e Sarezzano) e ciò proprio per il fatto che, certo d potere gestire la transizione in tutta sicurezza, aveva fatto entrare Iren (la cooperativa rossa di Reggio Emilia, un privato, nella fattispecie Ireti Spa – vedere il grafico “a torta” a lato) in Gestione Ambiente, anche se la legge non consente l’assegnazione diretta del servizio se nella società che lo deve gestire c’è un privato, per cui sarebbe stato gioco forza andare a gara, mentre le due società periferiche, liberate dal “giogo dascenziano” ed essendo ormai a partecipazione pubblica (Comuni), non avrebbero più dovuto andare a gara ma potevano continuare a lavorare come prima. E con costi molto inferiori a Gestione Ambiente che conta più di 70 dipendenti contro la ventina a testa di Econet e 5 Valli.
La Maxi Multiutility di Iren
Il “Piano D’Ascenzi” era teso a favorire la costituzione di una “maxi multiutility” alessandrina, con Amag partecipata da CSR ed Iren socio di maggioranza, ma ad un certo punto tutto è stato rimesso in discussione anche perché a Torino il Pd non comanda più essendo nel frattempo stata eletta sindaca la grillina Chiara Appendino. In questa ingarbugliata situazione, come se non bastasse, s’è innescato il problema della “raccolta differenziata spinta”, detta anche “Metodo Contarina” voluta fortemente dal CSR, che è già costata parecchie centinaia di migliaia di euro solo per pagare lo studio di fattibilità coi soldi dei Comuni aderenti al consorzio. Gli investimenti previsti per questo nuovo metodo sono ingenti, si parla di circa cinque milioni di euro solo per acquistare dalle cooperative rosse le attrezzature occorrenti. In merito a questa operazione vi sono state molte perplessità in previsione d’un forte aumento dei costi di gestione che ricadranno inevitabilmente sulle spalle dei cittadini che vedranno schizzare in alto il costo della propria bolletta della spazzatura.
Quando la politica “di bassa cucina” danneggia i cittadini
Non è finita perché aumenteranno anche i disagi per la raccolta dei sacchetti dell’umido che serviranno ad eliminare i cassonetti dalle strade. Nel luglio scorso, infine, ci si è accorti che il Csr (Consorzio Servizio Rifiuti – 117 comuni fra cui Novi e Tortona, con 222.500 abitanti) non sta rispettando la tempistica del programma messo in piedi per l’attivazione del servizio porta a porta col “Metodo Contarina” che avrebbe dovuto partire in questi giorni. Si tratta d’un servizio, già in atto ad Alessandria, che prevede la preventiva selezione da parte del cittadino di rifiuti organici e rifiuti indifferenziati, carta, plastica a vetro. Attualmente il servizio di raccolta col vecchio metodo dei cassonetti è coperto da Gestione Ambiente che ha la bellezza di 115 dipendenti e 74 mezzi per un bacino di utenza che comprende Comuni del territorio del novese, del tortonese e della Valle Scrivia.
La lentezza decisionale del Pd
Ed è proprio Gestione Ambiente insieme ai due Comuni centri zona (Novi e Tortona) a chiedere altro tempo per mettere a punto il nuovo programma di raccolta rifiuti. Nonostante il “divorzio” della primavera del 2016 da Econet (acquese e ovadese) e 5 Valli (Val Curone, Grue, Ossona e Borbera, con Volpedo e Sarezzano), che ha fatto saltare il piano per fare di Gestione Ambiente una “maxi multiutility” alessandrina, con Amag partecipata da CSR ed Iren socio di maggioranza, l’avviato progetto per una raccolta differenziata spinta sembrava in dirittura d’arrivo e invece, come sempre accade in certi casi, tutto è rinviato a data da destinarsi. Anche perché, a leggere le carte, c’è una confusione bestiale, con documenti pieni di contraddizioni, dichiarazioni chilometriche e insulse da parte dei soliti politicanti da strapazzo, mentre il problema della legittimità del consorzio e dell’attuazione del metodo Contarina restano irrisolti. Cioè, per dirla in soldoni, il servizio funziona male e costa un sacco di soldi. Inoltre gli investimenti per questo nuovo metodo sono ingenti e mancano i soldi.
La “Premiata Ditta” Bardone & Muliere
Ora, i due sindaci maggiormente coinvolti, Gianluca Bardone sindaco di Tortona e Rocchino Muliere sindaco di Novi, entrambi del Pd, cincischiano e prendono tempo in quanto, secondo alcuni osservatori, l’attivazione del servizio si presenta piuttosto complicata per cui, in previsione delle elezioni amministrative della primavera 2019 che interessano sia Novi che Tortona, è opportuno non creare disagi alle popolazioni. La parola d’ordine è: aspettiamo le elezioni amministrative e per ora tiriamo a campare (“…è meglio tirare a campare che tirare le cuoia”, amava ripetere il Grande Giulio). È chiaro che tutta la storia stia diventando un argomento per la campagna elettorale con, da una parte i “bogia nen” che rimandano sine die la soluzione del problema e, dall’altra, coloro che marcano stretti i primi che fanno parte delle maggioranze di Tortona e Novi (Pd). In questo groviglio di atti, assemblee, dichiarazioni, censure, si fa veramente una fatica bestiale a trovare il bandolo della matassa, mentre i responsabili del consorzio prendono serenamente il loro gettone (vedere lelenco a lato).
Costi alle stelle
Ma c’è dell’altro perché, oltre al caos progettuale (ci dicono che, ormai, non ci capiscono più niente neppure loro, tant’è che all’ultima assemblea è dovuto intervenire il segretario generale del Comune di Novi Lo Destro per spiegare cosa succede) esiste un problema economico e finanziario che riguarda le tariffe. Infatti, se non si applica la sospensione degli aumenti, dovendo garantire la copertura, il bilancio preventivo, approvato conteggiando quegli aumenti, una volta rettificato non starà più in piedi. Inoltre non si può affidare il servizio in house in quanto in Gestione Ambiente c’è un socio privato che è Iren per cui bisogna, per legge, andare a gara per l’assegnazione del servizio stesso. Non è finita perché, alla luce del caos in cui versa il CSR, è stata avanzata la richiesta di posticipare l’inizio della raccolta domiciliare spinta (Metodo Contarina) e dell’applicazione della tariffa puntuale, operazione che ha un chiaro sapore elettorale poiché risulta evidente che tale operazione ad un anno data dalle prossime elezioni rischierebbe di essere una patata bollente per un sindaco che punta alla rielezione e che ha tutto l’interesse a gestire la cosa dopo la rielezione, a bocce ferme.
La Mozione di Maria Rosa Porta
Su tutto ciò, inoltre, incide non poco la vicenda “Rifiutopoli”, per cui la discarica Srt Spa (Novi e Tortona), pur essendo rimasta attiva, ha subito forti rallentamenti per un impianto destinato ad andare ad esaurimento nell’arco di due anni, con la necessità di sostenere costi elevatissimi per prolungarne la vita se non addirittura per prevederne la sostituzione con uno nuovo. Questi ulteriori ritardi si traducono in rischi a carico degli utenti e del sistema delle società partecipate, con aumento dei costi e mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata. Alla luce di questi fatti riesce oltremodo difficile capire come sia stato possibile che il sindaco di Novi Muliere il 13 dicembre 2017 abbia firmato l’atto di modifica del contratto di servizio raccolta rifiuti senza tener conto dei rilievi in proposito espressi dal CDA di CSR.
Su questo dovrà relazionare in Consiglio chiamato a rispondere insieme alla sua maggioranza ad una Mozione presentata dalla consigliera di minoranza Maria Rosa Porta (nella foto a lato) del gruppo consiliare “Movimento Civico popolare per Novi” al fine di ottenere chiarezza su una situazione tanto complicata che rischia di non trovare soluzione.