Alessandria (Andrea Guenna) – La “svista” di Mago Zac ha causato più danni del previsto in quanto l’ex sindaco Piercarlo Fabbio si ritrova con tre by pass coronarici e Luciano Vandone (nella foto), dopo l’ictus di tre anni fa, non è neppure in grado di stare in processo. Tuttavia Fabbio, dei cinque capi d’imputazione a lui ascritti quali l’Aver Procurato il Dissesto, Truffa ai Danni dello Stato, Abuso d’Ufficio, Falso Ideologico (che non è il classico e vituperato “Falso” ma qualcosa di molto meno grave, per non dire risibile) e Danno Erariale, è stato assolto di tre, mentre è stato sanzionato solo per gli ultimi due, Falso Ideologico e Danno Erariale. Ieri il pubblico ministero Riccardo Ghio nella requisitoria del processo a Luciano Vandone (stessi capi d’imputazione di Fabbio), ex assessore della giunta di Piercarlo Fabbio, ha chiesto quattro anni e sei mesi di reclusione per Falso Ideologico. Questo perché, secondo lui, Vandone “Era l’artefice della strategia dello slittamento dei debiti. Per questo merita una sanzione più grave”. Ci si riferisce al rendiconto del Comune di Alessandria del 2010, approvato in consiglio comunale nel maggio 2011.
Di cosa stiamo parlando?
Il Comune di Alessandria nel 2010 aveva “sforato” in quanto l’allora ragioniere capo Antonello Zaccone, direttore finanziario responsabile della gestione del bilancio 2010, non aveva richiesto alla Regione Piemonte la compensazione del patto verticale che avrebbe consentito di detrarre completamente dal saldo obiettivo del Comune di Alessandria l’intero ammontare delle spese per investimenti. In sostanza la legge permetteva alle Regioni di trasferire quote del loro obiettivo programmatico a favore degli enti locali del proprio territorio al fine di consentire ulteriori pagamenti rispetto a quelli previsti dalla disciplina nazionale, in base all’art. 7 quater del decreto legge 10 febbraio 2009 n.5, convertito in legge il 9 aprile 2009 (legge 33/09). Infatti se Zaccone avesse inoltrato la domanda è molto probabile, per non dire certo, che la Regione Piemonte non avrebbe avuto difficoltà a riconoscere a Palazzo Rosso una somma milionaria, chiesta a titolo di investimenti che sono privilegiati dalla legge per il Patto di Stabilità Interno.
Non c’è stato nessun falso in bilancio
Investimenti che il Comune di Alessandria stava facendo e che quell’anno ammontavano a 23.531.502 euro. Poiché le entrate finali nette (€ 101.013.735,00) finanziavano praticamente in toto (per il 99,59%) le spese correnti nette (€ 101.426.439,00) evidenziando un sostanziale equilibrio, emerge chiaramente che lo “sforamento” era determinato al 99,85% dalle spese in conto capitale, cioè dalle spese per investimenti realizzate (e pagate per cassa) nel corso del 2010 – che hanno fatto aumentare il patrimonio del Comune – e la compensazione regionale a loro copertura avrebbe consentito di rispettare il Patto di Stabilità 2010 (vedere tabella a lato).
Ma non è tutto perché Zaccone s’era dimenticato anche di trasferire ad Equitalia gli elenchi delle entrate non riscosse derivanti alle multe per infrazioni al Codice della Strada, Ici e Tia (rifiuti) per tradurli in ruoli coattivi. A spanne si trattava di una decina di milioni di euro. Le omissioni di Zaccone hanno causato lo sforamento del patto di stabilità interno – che poteva essere evitato – e una crisi di liquidità dell’ente che ha costretto gli amministratori a fare scelte pericolose per garantire stipendi e servizi.
Un processo a senso unico e il “tradimento” degli amici
Sotto processo dovrebbe finire Antonello Zaccone, alias Mago Zac, per il disastro che ha compiuto e non Fabbio, Vandone e Ravazzano che invece, dopo i “danni zacconiani”, hanno cercato di rimediare. E ci stavano riuscendo, ma la propaganda ha prevalso sulla politica ed è finito tutto in vacca.
Il 7 marzo ci saranno le repliche della difesa e delle parti civili (il Comune di Alessandria e il consorzio Cissaca). Ed è curioso notare come l’attuale sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco non abbia ritirato la sua costituzione parte civile, per rispetto della Verità ma soprattutto per solidarietà con gli amici del centrodestra finiti ingiustamente alla sbarra.
E non si capisce neppure come questa giunta di destra si sia tenuta come ragioniere capo Zaccone, proprio colui che ha causato il disastro politico, amministrativo del Comune e la persecuzione giudiziaria e mediatica di tre innocenti.
Un uomo non avrebbe nominato Zaccone come ragioniere capo.
Ma Cuttica non è solo un uomo, in quanto è un aristocratico, e se non lo chiami come si deve non si gira.