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L’Arfea in crisi potrebbe avere difficoltà ad accedere al concordato in quanto le quote sarebbero in mano a fondi lussemburghesi

15 Febbraio 2018 admin_AG PRIMO PIANO 1283

L’Arfea in crisi potrebbe avere difficoltà ad accedere al concordato in quanto le quote sarebbero in mano a fondi lussemburghesi

Alessandria – L’Arfea Srl (Aziende Riunite Filovie ed Autolinee) che si occupa del trasporto pubblico nelle province di Alessandria, Asti e Pavia, non viaggia in buone acque e sarebbe in procinto di chiedere al Tribunale di Alessandria il concordato preventivo in continuità che è concesso alle aziende in crisi indipendentemente dal fatto che a garantire sia il debitore o un terzo mediante cessione o conferimento di quote. Da tempo la situazione finanziaria della principale azienda di trasporti della nostra provincia, fondata nel lontano 1954 ad Alessandria per fusione della SATE (Società Anonima Trasporti Elettrici), che già svolgeva servizi di trasporto urbano filoviario (e in precedenza tranviario) e della SAA (Società Anonima Alessandrina), non è florida e l’attuale proprietà, in mano a Francesco Franco di Alessandria, sta correndo ai ripari. Paolo Filippi, ex presidente della Provincia ed attuale presidente del CdA del Sub Bacino Asti Alessandria del trasporto pubblico locale, dovrà occuparsi di questa vertenza in quanto le sorti dell’Arfea interessano centinaia di utenti in tutta la provincia di Alessandria. Il problema è soprattutto finanziario in quanto pare che le quote di maggioranza dell’azienda siano detenute da fondi di investimento lussemburghesi che, per la legge italiana, esulano dalla normativa e non sono pignorabili, per cui non sarebbe possibile attuare la procedura concorsuale richiesta. Nel dicembre scorso c’era stato un incontro in Prefettura tra i dipendenti e la dirigenza per tentare una soluzione sindacale che garantisse il posto di lavoro e gli stipendi. Ma la situazione aziendale è grave al punto che, stando alla denuncia dei dipendenti, da 11 anni non arrivano mezzi nuovi e quelli utilizzati presentano gravi problemi di affidabilità. Inoltre gli stipendi da un po’ di tempo arrivano in ritardo. Siamo in presenza d’un rompicapo con aspetti politici, giuridici ed amministrativi, che si intrecciano in un groviglio normativo estremamente intricato.

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