Alessandria – Stanotte un barbone di 60 anni ha rischiato di finire arso vivo nel suo giaciglio ricavato in un bastione della cittadella andato a fuoco per cause ancora avvolte nel mistero.
Mentre stava dormendo, verso le due di notte, qualcuno ha dato fuoco alle sterpaglie intorno e il fuoco era arrivato molto vicino alle povere masserizie che il clochard aveva sistemato ibntorno alla branda. Proprio mentre le fiamme divampavano – mistero nel mistero – qualcuno ha chiamato i pompieri che sono subito intervenuti spegnendo le fiamme in breve tempo.
Giunti sul posto, gli uomini in rosso hanno avuto non poche difficoltà ad estrarre il clochard dal luogo in cui si trovava. Secondo una prima sommaria ricostruzione, la causa dell’improvviso incendio sarebbe stato un corto circuito causato dallo stesso senzatetto che abitava lì ormai da alcuni giorni, ma suscita non pochi sospetti anche la misteriosa telefonata arrivata alla centrale dei Vigili del Fuoco intorno alle due di notte, telefonata che potrebbe essere stata effettuata dallo stesso autore dell’incendio che, probabilmente, aveva in mente un ben preciso proposito ossia quello di dare fuoco all’uomo ma che poi, resosi conto della gravità del gesto, cercando di riparare ha avvisato i soccorsi. La versione ufficiale è quella di un corto circuito che pare risibile in quanto non si capisce come si sia potuto sviluppare un tale incendio possibile solamente con una tecnica incendiaria (benzina o alcol e miccia). Inoltre a quell’ora è quasi impossibile che possa esserci qualcuno che passa di lì se non chi ha appiccato il fuoco il quale, spaventatosi per per le fiamme ormai inarrestabili ha chiamato il 115. Strano che, né i carabinieri, né gli agenti della questura, né quelli della polizia urbana, abbiamo ritenuto opportuno recarsi sul posto per effettuare dei rilievi atti a chiarire la dinamica degli eventi. Alla fine il poveretto, tratto in salvo dai vigili del fuoco. È stato trasportato d’urgenza all’ospedale con ustioni di vario grado in tutto il corpo ed è attualmente ricoverato in prognosi riservata anche se non è in pericolo di vita.