Col ’68 il capitalismo mondiale e globocrate s’è affrancato dal ceto medio, dalla tradizione borghese e dal concetto di famiglia tradizionale distrutti in nome d’una rivoluzione proletaria che non c’è mai stata. Nel 1989 sfruttò la caduta del muro di Berlino per distruggere anche le nazioni e i confini, precarizzando la classe media ed il proletariato, estremi baluardi in difesa dell’identità nazionale e culturale contro la globalizzazione. Grazie a queste due svolte storiche del ‘900 la civiltà occidentale ha perso la prima decisiva battaglia (ma non ancora la guerra) iniziando un lento ed apparentemente inarrestabile declino che la porterà inevitabilmente all’annientamento in nome del relativismo e della totale assenza di identità, se non saprà reagire con forza. Ma la borghesia illuminata ha gli anticorpi per farlo e può ancora recuperare.