Alessandria (Andrea Guenna) – “Sono un autista dell’Arfea – ci scrive un dipendente della società alessandrina di trasporto pubblico -. Le scrivo come faranno altri per denunciare che l’azienda Arfea il mese scorso ha pagato metà stipendio e metà quattordicesima senza darci buste paga e nulla da dove evincere i conteggi forfettari”.
Questo è uno degli sms spediti da alcuni dipendenti di Arfea, la società privata ache si occupa del trasporto pubblico nelle province di Alessandria, Asti e, fino a qualche mese fa, anche di Pavia. Non solo, perché mi hanno telefonato: “Nessuno si occupa di noi dipendenti, i giornali non scrivono niente, solo voi di Alessandria Oggi potete aiutarci”. A dimostrazione che qui da noi la stampa è totalmente appiattita sul potere politico-economico dominante.
Ma il nostro amico nel suo sms ha aggiunto: “Questo mese pagamento al 10 (venerdì; n.d.r.) [ma] ad oggi non abbiamo visto un centesimo [e] neppure sappiamo se vedremo qualcosa”. Poi una frase tremenda: “Abbiamo chiamato l’ufficio Arfea addetto alle buste ed altri numeri ma sembra siano tutti morti. […] Siamo esseri umani che vanno rispettati e non schiavi […]”.
Molte, troppe ombre su Arfea
La situazione non sembra delle più rosee anche dal punto di vista gestionale. Molte revisioni degli autobus Arfea sarebbero state effettuate, a Bereguardo nel Centro Revisioni Migliavacca in Quartiere Ville 8, in maniera grossolana poiché il centro pavese non avrebbe le attrezzature idonee a mezzi di traporto della stazza di una corriera. Ma questa non sarebbe l’unica ombra di Arfea in quanto non sarebbe stato neppure approvato il bilancio del 2016 per la ferma opposizione dei revisori dei conti.
Siamo pertanto testimoni d’una situazione – già ampiamente denunciata nei nostri articoli precedenti – nella quale si intrecciano aspetti tecnico-logistici ed economico-finanziari estremamente incerti. Se da un lato si dubita della regolarità delle revisioni, dall’altra si parla della crisi finanziaria in cui versa l’azienda che in molti danno prossima al concordato preventivo o addirittura al fallimento. Inoltre, se il giudice autorizzasse il concordato preventivo in continuità per garantire i creditori, resterebbe irrisolto il problema della quarantina di corriere la cui revisione, o non è valida o non c’è del tutto.
Il ruolo di Paolo Filippi e della Regione Piemonte
La patata bollente era passata all’ex presidente della Provincia Paolo Filippi (nella foto), attuale presidente del CdA del Sub Bacino Asti Alessandria del trasporto pubblico locale, che dovrà occuparsi di questa intricata vicenda insieme al direttore generate dell’Agenzia della Mobilità Piemontese Cesare Paonessa che, nel giugno del 2016, aveva concesso ad Arfea il servizio di trasporto pubblico locale in forza d’una convenzione sottoscritta dallo stesso Paolo Filippi. Una convenzione che, alla luce degli sviluppi dell’intera vicenda, è stata firmata con notevole leggerezza.
Secondo attendibili indiscrezioni si tirerebbe a campare sino alla data del bando dei trasporti interprovinciali che sarà indetto nel 2019, quando Arfea potrebbe essere in qualche modo salvata con l’entrata in gioco di BusItalia, azienda vicina all’ex premier Matteo Renzi, partecipata dalle Ferrovie dello Stato che gestisce già il servizio di trasporto locale in Veneto, Toscana, Umbria e Campania, direttamente o attraverso società controllate come potrebbe essere in un prossimo futuro, e secondo i piani di qualcuno, la stessa Arfea.
Ma BusItalia proprio di recente è finita sotto i riflettori della cronaca e in tribunale per una brutta vicenda che riguarda il trasporto pubblico della provincia di Parma.
Martino “il pampero” e quella strana telefonata
Ecco arrivato il momento di rispondere coi fatti a quel sedicente Martino, che ho soprannominato “il pampero” per la sua inflessione argentina, che mi ha telefonato in redazione qualche settimana fa avvisandomi perfino che la telefonata era registrata. Voleva provocarmi dicendomi, fra l’altro, che scriviamo delle balle perché Arfea paga regolarmente gli stipendi. So che è un tipo vicino alla sinistra alessandrina che è per vari motivi più vicina all’azienda che ai dipendenti. Una vergogna.
Il comunicato stampa
In assenza di appoggio da parte dei sindacati confederali, sono gli autonomi a battersi per i diritti del lavoratori. A questo proposito abbiamo ricevuto un comunicato stampa a firma Luca Tropiano (nella foto), che pubblichiamo a pie’ d’articolo, in cui si legge fra l’altro: “La Faisa-Cisal Piemonte, alla luce delle precedenti violazioni, seppur comprendendo la grave situazione aziendale che comunque non giustifica, [invita] i Responsabili delle Istituzioni in indirizzo e i responsabili degli Enti Garanti e Committenti il Servizio che devono, ognuno per le sue competenze, a farsi carico delle proprie responsabilità e quindi sono tenuti ad intervenire con il saldo di quanto dovuto al personale, che ha già effettuato la prestazione e si ritrova non retribuito. La presente comunicazione é da intendersi valida ai fini dell’espletamento della prima fase della procedura di raffreddamento preliminare ad una proclamazione di sciopero”.