di Andrea Pitozzi – Nella manovra fiscale firmata Lega-Movimento 5 Stelle approvata dal Consiglio dei ministri è stata varata anche una misura per superare definitivamente la legge Fornero sulle pensioni. Il nuovo testo prevede quella che è stata definita “quota 100”, calcolata a partire da una somma di 62 anni d’età e 38 anni di contributi versati, per andare in pensione. Peraltro, la base contributiva dei 38 anni è da intendere come soglia minima, il che significa che non sono ammesse deroghe per una condizione di contribuzione inferiore. La norma è stata promossa con l’intento di agevolare il ricambio generazionale nel mercato del lavoro, anche se il meccanismo non è immediato e consequenziale. Secondo il governo, costerà 7 miliardi di euro e dovrebbe riguardare circa 400mila persone già dall’anno prossimo, come riporta il quotidiano economico Il Sole 24 Ore. Per le donne, poi, è prevista anche una proroga, che permette alle lavoratrici di andare in pensione con 58 anni di età (se dipendenti) o 59 (se autonome) e 35 anni di contributi. La nuova misura sarà attiva a partire dal mese di febbraio e prevede la possibilità di sfruttare quattro finestre per il raggiungimento della somma dei 100 anni tra età anagrafica e contributiva. Rispetto a quanto previsto dalla pensione di anzianità (fissata a 67 anni), la nuova misura privilegerà i lavoratori che hanno iniziato presto, e che potranno così andare in pensione con 5 anni di anticipo. L’obiettivo, ha affermato il ministro Salvini, è quello di andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica. Sempre sul fronte delle pensioni, nella manovra è prevista anche la cosiddetta pensione di cittadinanza, che prevede l’innalzamento delle pensioni minime fino a 780 euro al mese, con una differenziazione tra chi è proprietario di un immobile e chi invece non lo è. Fa invece discutere un’altra misura sempre in materia pensionistica che riguarda il taglio di pensioni oltre i 4.500 euro al mese. Dalle stime del Sole 24Ore, inoltre, si ipotizza che la “quota 100” incrementerà anche le domande di riscatto di laurea, con delle agevolazioni ai datori di lavoro che lo pagano, per permettere così ai lavoratori di arrivare a coprire i requisiti richiesti dalla nuova normativa.
Ecco finalmente svelato l’enigma del “Quota 100” nelle pensioni
