Milano (Giuliano Balestreri di Business Insider) – Di chi erano i soldi con cui Yonghong Li ha comprato il Milan da Fininvest? Chi ha dato i soldi per le caparre versate dal cinese tra l’estate del 2016 e i primi mesi del 2017? L’unica certezza è che il denaro per chiudere l’operazione ad aprile 2017 fosse del fondo Elliott che a luglio – come ampiamente anticipato da Business Insider Italia – ha preso in mano il controllo del club rossonero. Sulla vicenda proverà a fare chiarezza la procura di Milano che sulla cessione del club rossonero allo sconosciuto Li ha aperto un’inchiesta, ma per il cinese i problemi sono sempre di più: l’uomo è finito sotto accusa in patria per un altro prestito non onorato.
Secondo quanto riportano alcuni media cinesi, il Tribunale intermedio del popolo di Jingzhou ha emesso un ordine restrittivo con cui a Yonghong Li è stato ritirato il passaporto per non aver rimborsato un prestito di 60 milioni di yuan, circa 8 milioni di euro, alla società Hubei Jingjiu Investment Co. Sempre secondo la ricostruzione del sito sohu.com, nel 2014 Li era già stato sollecitato a chiudere il debito con una penale da parte di una commissione d’arbitrato: le difficoltà dello sconosciuto cinese erano quindi iniziate ben prima che venisse messa in piedi la cordata – poi sciolta – Sino Europe Sport per l’acquisto del Milan.
Numeri che rendono ancora più incomprensibile – e quanto meno rocambolesco – il modo in cui un uomo senza risorse finanziarie sia riuscito a beffare fior di advisor legali e finanziari. Come ha fatto uno sconosciuto incapace di rimborsare un debito da 8 milioni di euro a mettere in piedi un’operazione da un miliardo facendo credere a Lazard e Rothschild di essere un magnate emergente? Come ha fatto a non far storcere mai il naso ai legali di Chiomenti e Gianni Origoni Grippo?
Un’operazione del genere produce una montagna di commissioni per tutti ed era nell’interesse di tutti fare i salti mortali per arrivare al closing. E poi, a onor del vero, gli advisor non hanno il potere d’indagine che avrebbe avuto la procura. Come è possibile che la procura di Milano abbia assistito immobile a questo fiume di denaro che si è spostato da Hong Kong alle Isole Vergini Britanniche per poi riapparire in Lussemburgo e approdare solo alla fine a Milano? L’apertura di un’inchiesta – prima non confermata, poi avviata – è arrivata solo dopo tre segnalazioni di Bankitalia. Una mossa probabilmente tardiva, perché ormai di Yonghong Li si sono perse le tracce.
L’amaro in bocca deve essere rimasto anche a Silvio Berlusconi che da un lato ha incassato 520 milioni di euro (anche se sul bilancio della holding l’operazione non ha prodotto alcuna plusvalenza), ma dall’altro aveva garantito che avrebbe lasciato il Milan in mani più solide delle sue.
Anche il Cavaliere è cascato nella rete di Li, convinto che alle spalle dello sconosciuto ci fosse addirittura il governo cinese. D’altra parte la storia della cordata che avrebbe coinvolto grandi soggetti controllati dalla Stato, da Huarong a China Merchant Bank fino a China Construction Bank, era palesemente forzata, ma gli interessi erano tali che faceva comodo a tutti. Anche dopo che le banche avevano smentito ufficialmente il loro interesse a investire nel Milan.
Lentamente tutte le contraddizioni vengono a galla. L’ex direttore sportivo del Milano, Massimiliano Mirabelli, ha ammesso che Li fosse un mistero anche per lui; più defilato l’ex ad Marco Fassone che – tuttavia – ha lasciato perdite per 126 milioni di euro in un solo anno e nonostante l’aumento dei ricavi. D’altra parte, come dice Mirabelli, era proprio Fassone ad avere il “filo diretto con la proprietà”. E fu lui a difenderlo a spada tratta quando alcuni manager delle più importanti banche d’affari definirono lo sconosciuto imprenditore cinese non credibile per “motivi reputazionali”.
L’epopea cinese si è tristemente chiusa: ha lasciato una montagna di perdite sul Milan, ma ha portato in Europa, da ignoti paradisi fiscali, centinaia di milioni di euro. Scoprire di chi fossero quei soldi è compito della Procura.
Milan: la Cina toglie il passaporto a Yonghong Li che non rimborsa i debiti dal 2014, e come ha fatto a pagare Fininvest?
