“Liberatemi dal vincolo sportivo” –
Mi rivolgo ai genitori delle ragazze che amano la pallavolo per condividere uno sfogo ed esternare le mie perplessità su quanto ci sta accadendo.
Quest’anno mia figlia di 15 anni, per molte motivazioni che non sono frutto di capricci adolescenziali, ha deciso di lasciare la società di pallavolo dove ha giocato diversi anni e, per fortuna, non vuole abbandonare questo sport che le ha dato tanta gioia e anche molte soddisfazioni.
La ragazza ha esposto la sua decisione all’allenatore e noi come genitori abbiamo richiesto (più di un mese fa) un incontro con la dirigenza di questa nota società alessandrina.
Questo incontro, nonostante nostre ripetute richieste, non ci è mai stato accordato e la ragazza non ha ricevuto nessuno stimolo o motivazione valida per cambiare idea.
Nel frattempo, mia figlia ha espresso il desiderio di andare a giocare presso l’altra società di pallavolo di Alessandria, scelta da noi approvata anche per motivi logistici ed organizzativi.
Continuando a non ricevere nessun contatto, anzi proprio un rifiuto all’incontro, ci siamo rivolti all’altra società perchè si informasse per vie ufficiali per sapere che cosa richiedesse la vecchia società per “liberare” l’atleta dal vincolo sportivo.
Dopo varie mail tra le due società, con tempi di risposta sempre troppo lunghi, durante i quali la ragazza continuava a soffrire il fatto di non potersi neppure allenare (perchè non aveva l’autorizzazione) ci è stato proposto il “prestito” per un anno visto che non c’era l’intenzione di svincolarla.
A questo punto dopo un mese di inattività abbiamo deciso di sottostare a questa imposizione, anche perchè l’alternativa era smettere di giocare a pallavolo!
Ora mi domando: un altr’anno cosa succederà?
Dovremmo nuovamente scontrarci, arrabbiarci, e combattere contro un sistema di regole rigide e contro società che non pensano mai al bene delle ragazze che vogliono giocare a pallavolo, divertirsi e condividere con altre coetanee un’esperienza di vita e sport utile sotto ogni aspetto?
Esiste una Federazione che possa intervenire con un po’ di buon senso e elasticità per aiutare a risolvere queste situazioni o ci vuole solo un po’ di fortuna a trovare in questi gruppi sportivi persone coscienziose disponibili al dialogo e che abbiano a cuore anche il benessere dei giovani atleti?
Lettera firmata