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Figlio di due mamme italiane, di cui una residente ad Acqui, nato in Spagna, rischia di essere apolide per il rifiuto del Comune di Acqui di trascriverne l’atto di nascita

24 Novembre 2018 admin_AG PRIMO PIANO 319

Figlio di due mamme italiane, di cui una residente ad Acqui, nato in Spagna, rischia di essere apolide per il rifiuto del Comune di Acqui di trascriverne l’atto di nascita

Acqui Terme (Red) – È nato in Spagna da pochi giorni ma è figlio di due mamme italiane, di cui una residente ad Acqui Terme, e il Comune di Acqui non ha trascritto l’atto di nascita, per cui il neonato rischia di essere un apolide. Il fatto è stato reso noto ieri a Palazzo Robellini, nel corso dell’assemblea pubblica organizzata da demA (Democrazia e Autonomia) Alessandria, intitolata “È l’amore che crea una famiglia”, sul tema delle famiglie omogenitoriali e dei loro diritti. “Durante l’iniziativa – si legge in una nota del movimento postata su facebook -, abbiamo ascoltato, tramite videochiamata, la testimonianza diretta di una coppia di donne, una delle quali originaria di Acqui Terme, attualmente residenti a Barcellona, dove si sono sposate e, circa un mese fa, hanno avuto un figlio. Dal momento che la Spagna attribuisce lo status di cittadino secondo lo ius sanguinis, ossia solo ai figli di cittadini spagnoli, questo bambino, per poter avere il documento di identità e il passaporto, deve essere iscritto all’anagrafe del comune di Acqui Terme. In caso contrario rimarrà apolide e senza cittadinanza alcuna, non potrà lasciare la Spagna insieme alle sue mamme e non potrà ricevere assistenza sanitaria”. Le due donne il 5 novembre scorso hanno depositato l’atto di nascita spagnolo del bambino al Consolato Italiano che lo ha trasmesso per competenza al Comune di Acqui. Quindi, mercoledì 14 novembre scorso hanno scritto al Comune per avere notizie della trascrizione dell’atto senza avere risposta. Si è così mobilitata la nonna del bambino che si è recata all’anagrafe del Comune di Acqui dove ha ricevuto risposta negativa in quanto, secondo l’Ufficiale dello Stato Civile, le norme vigenti non consentirebbero una simile procedura. Facile prevedere la reazione delle tre donne e delle loro compagne che hanno bollato come falsa la risposta dell’ufficiale di stato civile acquese, il quale si è beccato del maleducato e dell’ignorante: “Non si comprende – si legge nella nota di DemA – se (la risposta; n.d.a.) sia dovuta a pura ignoranza della materia, a malafede o a entrambe le cose insieme. Le trascrizioni degli atti delle nascite avvenute all’estero dei figli con genitori dello stesso sesso sono ormai una prassi ampiamente consolidata in numerosi comuni italiani […]. La giurisprudenza, attraverso diverse sentenze, tra cui quelle della Corte di Cassazione n. 19599/2016 e n. 14878/2017, ha riconosciuto la piena validità di quegli atti, in virtù della loro non contrarietà all’ordine pubblico internazionale e dell’interesse prevalente del minore alla continuità dello status acquisito all’estero, indipendentemente dal sesso dei genitori o dalle modalità di procreazione”. Secondo il movimento DemA il funzionario del Comune di Acqui dovrebbe accertare la presenza di un effettivo riconoscimento del figlio da parte dei genitori, desumibile dalla lettura dell’atto di nascita avvenuta”.
“Alla luce delle sentenze dei tribunali e degli atti amministrativi portati avanti da numerosi Sindaci – dichiara Matteo Bottino, attivista di demA Alessandria – chiediamo che il Sindaco di Acqui Terme Lorenzo Lucchini proceda subito alla trascrizione dell’atto di nascita di questo bambino, consentendo così a lui e alle sue mamme, una volta ottenuti i documenti di identità e il passaporto del piccolo, di poter tornare ad Acqui ogni qual volta lo desiderino e poter così trascorrere le prossime vacanze di Natale insieme ai nonni, a tutti i parenti e agli amici. Chiediamo anche che l’amministrazione acquese porga le proprie scuse a questa famiglia per gli intoppi burocratici riscontrati e per il primo diniego verbale fornito dall’Ufficiale dello Stato Civile”.
Gli esponenti di DemA alla fine invitano il personale del Comune di Acqui Terme a partecipare a specifici corsi di formazione professionale, per essere in grado di fornire risposte adeguate e corrette regionali hanno avviato politiche “per favorire l’inclusione sociale delle persone omosessuali, bisessuali, trans e intersessuali, sviluppando buone prassi e promuovendo atti e provvedimenti amministrativi che tutelano dalle discriminazioni. Infine chiediamo al Sindaco Lucchini di impegnarsi a trascrivere tutti gli atti di nascita esteri e a iscrivere le nascite avvenute ad Acqui dei figli delle coppie dello stesso sesso”.
“Per farlo non dovrà inventarsi nulla di nuovo – prosegue Matteo Bottino – gli basterà seguire il buon esempio di tanti altri suoi colleghi primi cittadini, come il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris che nel 2015 trascrisse l’atto di nascita di un bimbo nato da una coppia di donne residenti a Barcellona, una storia identica a quella di Acqui Terme, applicare le molte sentenze favorevoli ma soprattutto ciò che dice il dettato costituzionale, ovvero l’uguaglianza di tutte le cittadine e i cittadini, senza distinzione alcuna. Anche ad Acqui Terme, come in tutta Italia, ogni bambina e bambino deve avere pari diritti, indipendentemente dal sesso dei genitori. È una questione di civiltà, è una questione di uguaglianza!”
Pari diritti, certo, ma attenzione, anche per quel povero bambino che è uguale a tutti i bambini del mondo che hanno una mamma e un papà. Lui non può difendersi e non è in grado, ora, di chiedere che questo diritto sia rispettato, ma sarebbe bello che qualcuno lo facesse per lui, a partire da quelli che sono sempre così attenti ai diritti della gente. Qualche volta, forse, a senso unico.

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