Alessandria – È stata uccisa venerdì 30 novembre a mezzogiorno, soffocata o strangolata. È il responso (un po’ poco per la verità, ma questo passa il convento), reso noto solo oggi pomeriggio, dell’autopsia effettuata martedì dal dottor Pierdomenico Governa del reparto di Medicina Legale dell’ospedale di Alessandria, sul corpo senza vita di Caroline Campinho Morgando De Oliveira, la giovane casalinga brasiliana di 24 anni (nella foto col marito) trovata morta tre ore dopo dal marito Gabriel Casteluci Morgando De Oliveira, 26 anni, verso le 15, nell’appartamento al secondo piano di Via Milano 127, in pieno centro storico, dove viveva la coppia. L’uomo, che lavora a Novi Ligure per una ditta che produce materiale elettrico, avrebbe cercato di telefonarle più volte ma senza ricevere mai risposta. Secondo la sua deposizione avrebbe anche cercato di chiamare il fratello minore, Pedro Casteluci Tofanetto De Oliveira, 22 anni, ospite da alcuni giorni della coppia, ma il suo cellulare lo dava irraggiungibile. Rientrato a casa aveva fatto la macabra scoperta: la giovane era riversa per terra nel corridoio vicino alla cucina, priva di vita, con indosso una tuta grigia. In cucina erano visibili segni di lotta col tavolo rovesciato e alcuni oggetti buttati per terra.
Sospettato numero uno del delitto è il fratello minore di Gabriel, Pedro, giovane mentalmente instabile e senza lavoro, che un pescatore (?) che si trovava in riva al Tanaro avrebbe visto buttarsi dal ponte Meier intorno alle 12,30.
Stando ad una sommaria ricostruzione dei fatti – ma gli inquirenti evidentemente brancolano nel buio – Pedro, dopo un’accesa discussione, avrebbe ucciso Caroline e poi avrebbe raggiunto il Ponte Meier e si sarebbe buttato nel Tanaro. Ma sono solo supposizioni perché, a parte la testimonianza di quel pescatore (?) che deve ancora essere verificata, e il ritrovamento di quello che potrebbe essere il suo giubbotto adagiato accuratamente per terra, non c’è nient’altro.
Restano invece molte domande senza risposta. Come quella che un suicida si sia tolto il giubbotto prima di gettarsi nel fiume: già che c’era poteva togliersi anche il maglione, la camicia e magari le brache. Il dubbio è che qualcuno voleva che rimanesse una traccia del fatto, cioè che Pedro era arrivato sul ponte e si sia buttato giù, mentre la testimonianza del pescatore – tutta da verificare – avrebbe fatto il resto.
Un po’ poco per liquidare la faccenda in quanto da mezzogiorno alle 15 ci sono tre ore, un tempo più che sufficiente per far sparire le proprie tracce. Tanto è vero che il cadavere di Pedro non si trova nonostante che le ricerche siano riprese ieri nella zona del Tanaro che dal ponte Meier va verso il quartiere Orti.
Dopo l’autopsia della brasiliana i dubbi sul delitto di Via Milano restano
