Cuneo – La ricattava dicendole che avrebbe rivelato ai suoi genitori la loro frequentazione e la costringeva a rapporti non consensuali e non protetti. Un vero incubo per la ragazzina del cuneese che solo dopo anni ha trovato il coraggio di confessare i dettagli di una storia agghiacciante. Anna (il nome è di fantasia per tutelarne l’identità), ora diciassettenne, ne aveva infatti 13 quando un ragazzo di 27 riesce ad estorcerle sotto minaccia alcune foto osé. E proprio quelle foto saranno utilizzate in seguito dall’uomo per ottenerne altre, e poi molto di più.
“Mandami foto dove sei nuda o diffondo le altre foto di quando eri ragazzina. Alla famiglia, ai tuoi amici”. Così le avrebbe scritto su Instagram l’ottobre scorso per farla cedere ancora, ma un amico della ragazza, notando un simile messaggio, per di più ad opera di un utente anonimo, ha pensato di rivolgersi alla polizia per chiedere di indagare. Ed è infatti grazie a lui se Anna, nel corso di un lungo e faticoso colloquio con una poliziotta e con la psicologa dell’Asl Cn1 della rete anti-violenza, si è infine lasciata andare ad una confessione-fiume, liberandosi di un peso portato sul cuore troppo a lungo.
Alle sue dichiarazioni sono poi seguite numerose verifiche (le Procure di Cuneo e Torino hanno lavorato insieme), ed è così che gli inquirenti sono giunti ad identificare un uomo ora accusato di violenza sessuale aggravata ai danni di una tredicenne e diffusione di materiale pedo-pornografico sul web. Sarebbe infatti stato lui a tormentare Anna per mesi e a prodursi nei reati descritti, tanto che l’insospettabile molestatore, un alpino di stanza alla caserma Ignazio Vian di San Rocco di Cuneo nonché padre di famiglia, si trova ora agli arresti in attesa di giudizio del tribunale di Torino, competente per i reati di pedo-pornografia anche se le violenze sarebbero state commesse a Cuneo.
La notizia dell’arresto, avvenuto lo scorso dicembre a casa dell’indagato, è stata divulgata solo pochi giorni fa durante una conferenza stampa in Questura a Cuneo. I fatti risalgono però ad un arco di tempo compreso tra il 2015 e il 2017 quando Anna aveva appena 13 anni, mentre l’accusato, ora trentunenne, 27. I due si sarebbero conosciuti attraverso un’amica comune, con le minacce e i ricatti iniziati da lì a poco. Fino a quando, al termine del 2017, Anna decide di ribellarsi: “Basta, non vediamoci più o ti denuncio”. Lui la picchia, i rapporti si interrompono bruscamente. Lei non si fa medicare in ospedale, ma camuffa lividi e ferite. E poi, finalmente, l’intervento dell’amico dopo quel nuovo messaggio su Instagram, quando pareva che l’incubo dovesse ricominciare.
Toccherà ora ai giudici chiarire tutti i dettagli di questa torbida vicenda, e al tempo sanare le ferite di un’altra giovane violata senza alcun ritegno.
Minorenne ricattata con foto osè in cambio di sesso: accusato un alpino di Cuneo padre di famiglia
