In considerazione dell’incremento epidemiologico del COVID-19 su tutto il territorio della Regione (inclusi “cluster epidemici” rilevati all’interno delle Strutture Residenziali extra-ospedaliere), il comparto sociosanitario ritiene imperativo e doveroso notiziare gli Uffici Territoriali di Governo esteso per conoscenza al Ministro della salute e alla Associazione Nazionale Comuni di Italia del Piemonte e agli Organismi Regionali in merito alle criticità riscontrate, affinché gli stessi ne siano debitamente informati, auspicando un tempestivo e sollecito intervento, in considerazione della “fragilità” del bacino di utenza inserito presso gli Enti gestori qui rappresentati che è prioritario tutelare, garantendo, al contempo, i più elevati standard di sicurezza per i lavoratori, in osservanza alla legislazione vigente e sia in considerazione del fatto che attualmente stiamo operando in stato di necessità (art. 2045 C.C.) con l’obiettivo di garantire la salute degli Ospiti e di tutti gli altri Operatori presenti nelle Strutture.
Di seguito sono riassunte le criticità in premessa anzidette:
1) stante la situazione emergenziale e la comprovata/oggettivabile impossibilità di dotarsi di una pianta organica rispondente ai criteri disciplinati dalla legge, atteso che le criticità nell’approvvigionamento di personale scaturiscono dalla necessità delle AA.SS.LL. e, in generale, dei presidi ospedalieri di incrementare il coefficiente di risorse umane (risorse che sono reclutate tra quelle vincitrici di concorso in graduatoria e risultano strutturate/inquadrate presso i Soggetti erogatori qui rappresentati), in considerazione – ancora – dei richiamati “cluster epidemici” e del fatto che molte risorse si trovano, nostro malgrado, nel così detto “periodo di quarantena”, essendo positivi alla sintomatologia da COVID-19, si comunica che le Strutture sociosanitarie extra-ospedaliere dovranno autorizzare – necessariamente – una temporanea e straordinaria deroga all’osservanza dei requisiti organizzativi disciplinati dalla D.G.R. n. 45/ 2012 e s.m.i.; tale deroga, oltre che sotto il profilo quantitativo del “minutaggio erogato”, in casi straordinari e di documentata esigenza da parte delle Direzioni Sanitarie, si intende anche sotto il profilo della “qualifica professionale”. Ribadiamo che, in ogni caso, rimarrà in capo all’Ente gestore, così come disciplinato dalla legge e suffragato da una più che consolidata giurisprudenza in materia, la responsabilità di garantire l’appropriatezza della prestazione e la sicurezza delle cure;
2) con grande doglianza dobbiamo rappresentare una criticità oramai “sistemica” nell’acquisto dei D.P.I. e una oggettiva impossibilità di reperire i presidi sopracitati sul libero mercato. Come già più volte affermato postuliamo che le Strutture Sociosanitarie extra-ospedaliere possano beneficiare della stessa “priorità di approvvigionamento” del S.S.R.. È pacifico che la mancanza di D.P.I. non consenta agli Enti gestori di attuare i protocolli ministeriali/sanitari del caso e ogni misura generale preventiva finalizzata al contenimento di potenziali contagi, esponendo pazienti e lavoratori ad un considerevole rischio biologico. Riteniamo inoltre indispensabile la sottoposizione a tutti gli operatori delle strutture sociosanitarie dei tamponi per la rilevazione del COVID-19, per garantire gli operatori stessi e soprattutto la popolazione anziana e fragile ivi ricoverata.
3) in ordine alle richieste del S.S.R. rileviamo, esperite le verifiche del caso, l’impossibilità – per molti Enti gestori – di organizzare/delimitare “ambienti protetti” all’interno delle Strutture dove isolare/gestire con la dovuta appropriatezza pazienti con sintomatologia da COVID-19, attuando le misure contenitive del caso, mentre la stesse strutture sono ampiamente disponibili al ricovero di pazienti dimessi dagli Ospedali in condizioni convalescenziali, nel rispetto dei requisiti di sicurezza infettivo logici.
Rimanendo a Vostra disposizione e in attesa di sollecito riscontro, porgiamo i nostri più cordiali saluti.