Alessandria – La serie C tornerà in campo a maggio come prospetta di fare la serie A? Pare proprio di no, i tempi si prospettano più lunghi e a spiegarlo è stato, venerdì scorso, il numero uno della Legapro, Francesco Ghirelli, nel giorno in cui il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina aveva annunciato che il protocollo preparato dalla commissione medico-scientifica sarebbe stato sottoposto, sabato, al Governo nella speranza di ottenere l’ok agli allenamenti dal 4 maggio.
“Per noi pensare di ripartire con la situazione attuale è come scalare l’Everest – aveva spiegato Ghirelli – il vagone della Serie C non reggerebbe la locomotiva: speriamo che la situazione sanitaria del Paese migliori e magari che vengano riviste anche le procedure necessarie per tornare in campo grazie agli sviluppi della scienza”.
Consapevole della situazione, nella riunione di mercoledì scorso con la commissione medico-scientifica Gravina aveva ipotizzato una partenza scaglionata, con la Serie A a precedere Serie B e Serie C.
Ma su una eventuale ripartenza Ghirelli è stato chiaro: “noi abbiamo spiegato in modo chiaro che abbiamo alcuni problemi relativi innanzitutto alla struttura medica e ai centri sportivi. E poi c’e’ un problema di costi per i nostri club che già sono in sofferenza per l’interruzione dell’attività. Per poter riprendere gli allenamenti e poi anche le partite bisogna mantenere alcuni standard e la certificazione del protocollo determina anche risvolti penali per i club: dobbiamo esaminare tutto con grande attenzione, consapevoli che da un lato c’è la salute, la cui tutela è per noi prioritaria, e dall’altra c’è una situazione di enorme sofferenza per le nostre società che già ora rischiano la continuità aziendale”.
Ghirelli tiene comunque la porta aperta ad ogni possibile soluzione: “Al momento non saremmo in grado di reggere l’intera struttura del protocollo per come viene delineato – ha spiegato – ma vediamo come evolvono le cose. Ci auguriamo che nelle prossime settimane la situazione sanitaria sia nettamente migliore e il protocollo possa essere rivisto, altrimenti è veramente un problema serio. Noi stiamo soffrendo molto e purtroppo quando potremo ripartire lo deciderà questo maledetto virus e poi le autorità sanitarie”.
Insomma il blocco del campionato sembra inevitabile e ha trovato d’accordo anche tutti i club piemontesi di serie C.
Da parte sua l’Alessandria, attraverso le parole di patron Luca Di Masi, conferma la sua linea di pensiero: “Non ci sono le condizioni per tornare a giocare. Non si giocherà il torneo di Wimbledon, è impensabile termini la serie C”.
In pratica l’Alessandria sposa la linea del presidente Ghirelli: stop al campionato, la prima squadra di ogni girone, Monza, Vicenza e Reggina, che sale di categoria e la quarta promozione da decidere tramite sorteggio, a segnare un passaggio in serie B che dal verdetto del campo passerà a quello dei bussolotti.
Emerge inoltre che la classifica non sarà quella al momento dello stop ma ci sarà una sorta di media ponderata. L’alternativa poteva essere quella di disputare match a porte chiuse ma l’ipotesi è stata scartata da patron Di Masi che ben conosce l’importanza del pubblico del Moccagatta.
La sua Alessandria, fino allo stop, era settima come media presenze nel girone A (1650) e sesta per numero di abbonamenti (983).
Al momento nessuna decisione è stata presa: trattandosi di un documento ancora da approvare dal club di via Bellini è arrivato il “no comment” sull’argomento.
Coronavirus: sempre più incerta una ripartenza a maggio della Serie C che potrebbe affidarsi ai sorteggi per le promozioni in B
