Esperti e task force si esprimano: possiamo permetterci le stesse misure di centro e sud Italia?
“Non abbiamo saputo proteggere chi lavorava per noi là fuori e i più fragili, ovvero i ricoverati nelle RSA. Siamo la Regione che – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, in merito alla fase 2 in Piemonte -, nonostante due mesi di chiusura forzata, ha di gran lunga il numero più alto di nuovi contagi. Da giorni diciamo che servono una presa d’atto, una comprensione piena e un superamento degli errori della fase 1. Prima di lanciare la fase 2, vorremmo che gli esperti e la nuova task force esponessero in modo chiaro ciò che hanno in mente. Abbiamo finalmente chiesto l’intervento di figure autorevoli come Di Perri, Vineis e Giustetto: è il momento di farli esprimere. Come faremo – prosegue Grimaldi – a evitare nuovi contagi, se l’organizzazione non cambia, mentre rispetto a un mese fa abbiamo più medici stanchi e fiaccati da turni massacranti, o appena usciti da quarantena e malattia? Caro Presidente Cirio, il Piemonte è un sorvegliato speciale, che ha bisogno non solo di attenzione ma di un vero cambio di velocità”.
Il Piemonte è ora la prima regione per positivi al Coronavirus in rapporto al numero di abitanti: 355,9 ogni 100.000, più del doppio della media Italiana (175,4) e ormai più della Lombardia (342,7). Dal primo di aprile l’indice di positivi su 100.000 abitanti è cresciuto in Italia del 31,4%, ma in Piemonte dell’83,1% e l’aumento dei tamponi spiega solo in parte questo incremento, perché si è raggiunto lo stesso numero di tamponi che nel resto d’Italia (Veneto escluso).
“Con questi dati allarmanti – conclude Grimaldi – davvero possiamo permetterci le stesse misure del centro e sud Italia? Gli errori commessi prima saranno difficili da smaltire e rischiamo di dover ricominciare da capo con il lockdown dopo due settimane. Alcune cose devono essere chiare: i tamponi ora vanno fatti a tutti i casi sospetti, che siano o meno sintomatici; la sorveglianza attiva non può più essere un optional e i medici e gli operatori devono potere essere certi di restare in salute”.